Fratelli d’Italia ha un piano sulla Rai. E non è un piano di guerra nucleare o di auto-sufficienza. Come Giorgia Meloni ha detto l’altro giorno al villaggio della Coldiretti: «Non governeremo da soli». E questo, nelle intenzioni, dovrà valere anche per la tivvù pubblica. Per la quale, riguardo a contatti, strategie, nomine, la persona di riferimento di FdI è Giampaolo Rossi, ex componente del Cda.
«È chiaro che il king maker della maggioranza sulle prossime nomine - così si ragiona ai piani altissimi di via della Scrofa - non potrà che essere il nostro partito, che ha stravinto le elezioni mentre gli altri le hanno perse, e che molto probabilmente esprimerà tra poco il presidente del consiglio».
Ma quando arriverà il cambiamento? Nei primi mesi del 2023. E la prima mossa riguarderà il nuovo direttore del Tg1. È ovvio che, com’è sempre stato, dev’essere un professionista gradito a Palazzo Chigi. Il nome è soltanto uno: Gennaro Sangiuliano. FdI ha una grandissima stima di Monica Maggioni, attuale direttrice del telegiornalone, e quindi nessuno punta alla sua defenestrazione. Se e quando si maturerà il processo di avvicendamento, il partito meloniano avrà interesse a dare un ruolo di peso in Rai alla Maggioni, che considera un valore aggiunto e una delle eccellenze dell’azienda. I nomi dai quali FdI non prescinderà per una importante direzione di testata sono due: Nicola Rao, attuale vicedirettore del Tg1, e Paolo Petrecca, ora direttore di RaiNews. Sempre secondo il piano a cui si sta lavorando ai vertici del partito di Giorgia, per le direzioni di genere ci sono due nomi da valorizzare: Angelo Mellone, destinato alla guida del Day Time, e Paolo Corsini per gli Approfondimenti informativi (ovvero i talk show) oppure per RaiCultura (in cui rientra pure RaiStoria).
Al Tg2, le indiscrezioni dicono una donna: Angela Mariella, attuale direttore di Isoradio, in quota Lega; o sempre in quota Carroccio, Roberto Pacchetti, che ora condirettore al TgR. Antonio Preziosi, vicino a Tajani, potrebbe restare a RaiParlamento o tornare al giornale radio che ha già diretto. Mario Orfeo rimarrebbe al Tg3, in quota Pd, e l’altra opposizione - come si fa notare in FdI, sottolineando: «I veri pluralisti siamo noi» - potrebbe avere Giuseppe Carboni, ex direttore Tg1 in quota grillina, al giornale radio se Preziosi resta a RaiParlamento o RaiParlamento se Preziosi va alla radio.