Nuovi parametri per distinguere i percettori del reddito di cittadinanza ritenuti occupabili da quelli che non lo sono e obbligo di seguire percorsi formativi ad hoc per i beneficiari senza titoli di studio adeguati. Ecco come potrebbe cambiare la misura bandiera dei Cinquestelle. Il premier Mario Draghi ha affermato di condividere il concetto alla base del reddito di cittadinanza, che in tempo di pandemia ha aiutato migliaia di famiglie travolte dalla crisi economica innescata dal coronavirus. Ma il pressing dei partiti all’interno della maggioranza (a incominciare dalla Lega) per rivedere il sussidio si fa sentire. Anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha affermato in più di un’occasione che l’aiuto può essere migliorato. I Cinquestelle, però, sono disposti ad accettare solo qualche ritocco al loro cavallo di battaglia. La partita, insomma, è politica. Oggi il sussidio raggiunge 1,2 milioni di famiglie. I percettori occupabili sono più di un milione, ma quelli che hanno sottoscritto il patto per il lavoro restano una minoranza: sono meno di 400mila stando agli ultimi dati diffusi dall’Anpal.
Reddito di cittadinanza, la riforma
Come se ne esce? Il problema è che il 72% dei beneficiari in Italia ha al massimo un titolo di istruzione secondaria inferiore.
Reddito di cittadinanza, così Draghi (e Orlando) vogliono cambiarlo: obiettivo azzerare i Neet
I sindaci ora chiedono che l’adesione ai Puc da parte dei beneficiari del sussidio che hanno sottoscritto i patti per il lavoro o quelli per l’inclusione sociale avvenga su base volontaria, come ribadito dal presidente dell’Anci Antonio Decaro al Messaggero. Anche quest’ultima richiesta potrebbe venire ascoltata e rientrare nel pacchetto di modifiche al reddito di cittadinanza a cui sta lavorando il ministero del Lavoro. Poi ci sono le osservazioni provenienti dal comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, istituito proprio dal ministro Orlando, che tra le altre cose chiede di rivedere l’obbligo di residenza in Italia da 10 anni per gli extracomunitari. In futuro potrebbero bastarne solo cinque. Il reddito di cittadinanza costa al momento 8 miliardi di euro l’anno e assicura in media 581 euro a oltre un milione di famiglie corrispondenti a 2,8 milioni di persone. Oggi la maggiore presenza di beneficiari del sussidio si rileva nel sud e nelle isole, dove risiede il 70,5% del totale delle persone soggette al patto per il lavoro.