Regionali, Meloni con gli alleati: «Il centrodestra è unito voto di rilievo nazionale»

Chiusa a Milano la campagna elettorale. Il Cav: posso dire che vinceremo alla grande

Regionali, Meloni con gli alleati: «Il centrodestra è unito voto di rilievo nazionale»
di Francesco Malfetano
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 09:19 - Ultimo agg. 10:00
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 «Posso dire che domenica e lunedì vinceremo alla grande». Al teatro Dal Verme di Milano l'intero centrodestra ha chiuso ieri sera la campagna elettorale del leghista Attilio Fontana. Tra un meloniano «Non siamo più la Repubblica delle banane» e un più salviniano «Doveva cascare il mondo e invece scendono le bollette del gas», a spiccare sono i messaggi unitari ostentati dai leader della coalizione. In primis da parte di Silvio Berlusconi: «La vittoria avrà anche un riflesso nazionale perché - arringa i circa mille e duecento presenti - confermerà la vittoria della nostra maggioranza» alle politiche.

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Parole d'amore condivise anche dal premier. Per quanto Giorgia Meloni si appresti a spaccare per sempre gli equilibri lombardi surclassando Lega e Forza Italia a casa loro, la leader di FdI sottolinea infatti la «compattezza» con cui il governo sta lavorando, e incensa proprio il Cavaliere e il suo profilo da leader internazionale (quello che Silvio piace di più): «Il miglior ministro degli Esteri mai avuto» dice. Idem per Matteo Salvini: «Non lo dico per forma ma per sostanza. Maurizio, Silvio e Giorgia per me sono amici, non sono solo colleghi di lavoro».
Il clima è quello di una festa ma la sensazione è che l'equilibrio sia piuttosto fragile.

Che la maggioranza al Pirellone sarà di FdI non ci sono dubbi, ma se le urne dovessero consegnare un risultato troppo largo e una giunta a forte trazione meloniana, il rischio di incidenti è elevatissimo. Già all'inizio della manifestazione la sfida interna è apparsa evidente. Quando una cinquantina di militanti di Fratelli d'Italia comincia a intonare l'inno di Mameli e un coro «Giorgia, Giorgia», i militanti leghisti, presenti in forza, provano a sovrastarli con un «Matteo, Matteo». A far terminare gli scricchiolii è Salvini che predica unità all'inizio del suo intervento: «Direi di gridare tutti insieme, Attilio, Attilio, un coro su cui siamo d'accordo tutti».


Da qui in poi la kermesse milanese è appunto l'esaltazione del centrodestra e dei meriti del governo. «Non siamo un partito unico ma ognuno porta il suo contributo. Il centrodestra - osserva il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi - è nato qui e qui continuerà a governare». «Tra noi tre leader - aggiunge Berlusconi - non c'è solo comprensione ma profondo affetto. Meloni è gentile e di una capacità assoluta».
L'obiettivo del resto è comune: replicare il successo del 25 settembre 2022, confermando il primato del centrodestra. Salvini però, specie a Milano, ha bisogno di marcare il territorio. E quindi ringrazia ad uno ad uno i ministri lombardi per il loro lavoro, da Giancarlo Giorgetti (un nome notato da molti) a Roberto Calderoli e a Giuseppe Valditara. Sottolineando i successi ottenuti a Roma, proprio come nella Capitale, fanno anche i ministri di FI. Specie Elisabetta Casellati che annuncia: «La legge su Roma Capitale è quasi pronta..».


LE DUE ITALIE
Un po' come la premier che snocciola i risultati dei primi cento giorni: dalla battaglia del gas a livello europeo, al fronte sicurezza (nel pomeriggio Giorgia ha incontrato nella procura di Milano il sindaco Beppe Sala e il ministro Matteo Piantedosi per dare slancio al piano sicurezza nelle stazioni più grandi del Paese) fino al nuovo ruolo italiano sulla scena internazionale: «Ci dicevano sarete isolati, non mi daranno la mano. E invece ho stretto le mani, sono andata in Europa a dire non ho le antenne, non sono verde». Infine, su questa linea, la stoccata finale con la definizione di due Italie: «Ce n'è una che dice che siamo al baratro, al disastro, poi ce n'è un'altra, quella dei dati, che dice che lo spread è calato, la Borsa è sopra di 20 punti, le stime del Pil sono state riviste in alto, al più 0,6%, cala l'inflazione. Penso e spero che tutto questo sia grazie non dico a questo governo che è in carica da troppo poco tempo, ma all'ottimismo dei suoi cittadini. Diteci con il voto dell'11 e 12 febbraio - conclude tra gli applausi - qual è l'Italia vera».
 

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