Salvini: «Jihadisti tra gli immigrati e i giudici liberano i violenti. Ora controlli sulle moschee»

Il vicepremier: le sezioni immigrazione dei tribunali sono politicizzate, meglio affidare le decisioni ad altri magistrati

Salvini: «Jihadisti tra gli immigrati e i giudici liberano i violenti. Ora controlli sulle moschee»
Salvini: «Jihadisti tra gli immigrati e i giudici liberano i violenti. Ora controlli sulle moschee»
di Francesco Bechis
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 00:42 - Ultimo agg. 16:02
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In una mano l’ulivo, «non vieterei mai nessuna manifestazione pro-Palestina, continuo a pensare che la libertà di espressione prevalga». Nell’altra l’elmetto. «È già successo in passato, terroristi islamici che sbarcano a Lampedusa. Mi hanno accusato di fomentare odio, invece avevo ragione». Matteo Salvini è un fiume in piena. La notizia non può lasciare indifferente il leader della Lega, vicepremier, ministro delle Infrastrutture, a capo della Guardia costiera italiana. Abdesalem Lassoued, il richiedente asilo tunisino che ha assassinato due svedesi a Bruxelles in nome dell’Isis, non è solo passato dall’Italia, ci è arrivato nel 2011 sbarcando come migrante irregolare a Lampedusa. «Quanti altri terroristi sono sbarcati da qui, da Ventimiglia, da Trieste? Se già dovevamo contrastare gli sbarchi illegali, ora dobbiamo farlo di più», tuona Salvini in un colloquio con Il Messaggero. «Da ministro ho fatto di tutto per stanare le infiltrazioni terroriste, la sinistra mi ha mandato a processo». L’orrore di Hamas, la jihad che torna a far tremare l’Europa. Salvini è convinto: è questo il momento di una nuova stretta sugli ingressi illegali. «Penso anche alla rotta balcanica, che è debordante». Il ritorno del fondamentalismo islamico in Europa, e in Italia, risveglia la Lega battagliera d’un tempo. Riprende il leader: «È giusto fermare qualsiasi nuovo permesso di costruzione di moschee e centri culturali camuffati, capire chi finanzia questi luoghi e chi conduce le preghiere. Ora controlli a tappeto». Cellula o lupo solitario, non fa differenza. «Dio non voglia che anche solo uno tra le decine di migranti rilasciati da alcuni giudici contrari ai decreti del governo, e poi evaporati, si armi di cattive intenzioni», incalza Salvini. «Se qualcuno di questi commetterà violenza ai danni di un cittadino, chi pagherà?».

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Nel mirino del vicepremier c’è la magistratura che in questi giorni, è il caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico, ha ingaggiato un duello con il governo disapplicando il “decreto Cutro” e rimettendo in libertà diversi migranti irregolari, alcuni dei quali risultano ora dispersi.

Un affronto voluto, così lo legge Salvini che annuncia contromisure. «Come Lega abbiamo proposto di togliere la competenza alle sezioni dei Tribunali specializzate sui migranti, che ci sembrano politicamente molto schierate, delegando le decisioni su questi temi ad altri corpi della magistratura». Ad esempio il Tar, si ragiona nel Carroccio. «Trasferiremo queste competenze a giudici meno di parte della signora assurta agli onori (Apostolico, ndr)». Si vedrà. Intanto la Lega si prepara a tornare in piazza. «Sabato 4 novembre, a Milano, una manifestazione nazionale a difesa dei valori e dei diritti occidentali, fra tante altre che invece inneggiano ad Hamas», spiega il “Capitano”. «Aspettiamo famiglie e ragazzi che sono contro la violenza sulle donne, l’obbligo del velo islamico, minacce e violenza».

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Al netto degli allarmi e dei nuovi venti di guerra, sono giorni decisivi per la maggioranza. Salvini nonostante tutto si dice soddisfatto della manovra varata in Cdm. «Il voto? La promuovo con un 7. Ci sono margini di miglioramento, penso alle pensioni, ma data la situazione internazionale l’aumento medio di 100 euro al mese per 14 milioni di lavoratori è tanta roba». I prossimi fronti? «La pace fiscale, una rottamazione più ampia delle cartelle, e la pace edilizia: liberare i comuni intasati da centinaia di migliaia di domande su piccole irregolarità». E ovviamente il Ponte sullo Stretto: «Apriremo i primi cantieri nel 2024», promette. Poi c’è l’Europa. La riforma del Patto di Stabilità, «impensabile tornare alle vecchie regole lacrime e sangue». Il Mes: «Non serve a niente e nessuno in questo momento». 

Sullo sfondo, le elezioni europee di giugno. Dopo gli scricchiolii dei conservatori in Spagna e Polonia Giorgia Meloni guarderà all’asse Ppe-Socialisti? Salvini sorride. «Se ci metto la mano sul fuoco? No, non sta a me dare a Giorgia consigli: lei è eccezionalmente abile, sul piano internazionale non saprei fare la metà». Ma il vicepremier pianta i suoi paletti: «Posso assicurare che la Lega non voterà mai insieme a socialisti e macroniani. Il voto spagnolo e polacco ci dicono che se il centrodestra non è unito è impossibile vincere. Lavorerò perché resti unito anche a Bruxelles».

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