«Stop alla strage dei pedoni. Codice: sarà tolleranza zero»

Il sottosegretario ai trasporti Ferrante: governo pronto alla riforma

Tullio Ferrante
Tullio Ferrante
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 14 Agosto 2023, 08:55 - Ultimo agg. 12:19
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Quattro morti investiti e uccisi negli ultimi giorni sulle strade della Campania. Severità per chi sbaglia e tolleranza zero per i recidivi: ecco le linee portanti del disegno di legge che riformerà il Codice della Strada: un provvedimento, spiega al "Mattino" il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante, «che segna un cambio di passo, agevolato dall'esistenza di un governo politico, di legislatura, frutto di un chiaro mandato elettorale».

A che punto siamo con l'iter della riforma del Codice della Strada?
«Lo scorso 27 giugno, su proposta del Ministro Matteo Salvini, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sulla sicurezza stradale e di delega per la riforma del codice della strada. Un codice fermo al 1992, che necessita di aggiornamenti profondi per rispondere ai mutamenti sociali, culturali, infrastrutturali che sono intervenuti negli ultimi trent'anni. Basti pensare che nel 1992 il telefono cellulare, causa ricorrente degli incidenti stradali, era un lusso per pochissimi e la mobilità elettrica era qualcosa di avveniristico.

Il testo di legge è stato trasmesso alle Camere che potranno emendarlo o integrarlo senza tuttavia snaturarne i principi ispiratori: responsabilità, prevenzione, educazione, severità per chi sbaglia, tolleranza zero per chi è recidivo».

Il presidente dell'Associazione nazionale familiari e vittime della strada sostiene che sono vent'anni che la politica "fa chiacchiere" e non arriva mai a nulla di concreto. Che cosa gli risponde?
«Comprendo la disillusione dell'Associazione che ascolta da tempo le tante promesse della politica destinate a rimanere sulla carta. La piaga quotidiana delle morti sulle nostre strade resta un fenomeno inarrestabile, una sconfitta morale per la collettività e per le istituzioni. Oggi tuttavia posso dire c'è un cambio di passo, agevolato dall'esistenza di un governo politico, di legislatura. La stabilità del nostro governo agevolerà percorsi di riforma coraggiosi e di sistema. Esattamente ciò che stiamo facendo con la riforma del Codice della Strada».

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Entriamo nel merito: che cosa cambierà?
«Vogliamo sradicare il connubio guida - utilizzo di sostanze stupefacenti ed alcoliche. In questo senso prevediamo il divieto assoluto di assumere alcolici per i conducenti già condannati per taluni reati, come la guida in stato di ebrezza, e l'obbligo, per gli stessi, di installare l'"alcolock", un sistema automatico che impedisce l'avvio del motore se il tasso alcolemico del guidatore risulti superiore allo zero. Inoltre, a prescindere dallo stato di alterazione determinata dall'uso di droghe, la positività al test rapido antidroga farà scattare immediatamente il ritiro della patente con divieto di conseguire il titolo di guida per i successivi tre anni».

E per chi al volante usa il telefonino?
«Viene prevista la sospensione della patente per utilizzo del cellulare, per chi guida contromano, per eccesso di velocità, per la mancanza di cintura di sicurezza o per l'assenza di seggiolini per i bambini. Insomma in tutti quei casi in cui si mette a repentaglio la vita propria o di terzi. Prevediamo inoltre l'estensione a tre anni del divieto di guida di auto di grossa cilindrata per i neopatentati; maggiore sicurezza nell'utilizzo dei monopattini con casco. Rispetto ai ciclisti, invece prevediamo l'obbligo di distanze minime in caso di sorpasso».

Lei è favorevole ad un inasprimento delle pene per chi investe, ferisce e uccide qualcuno?
«Non sono pregiudizialmente contrario. Ma da liberale resto sempre scettico sull'efficacia deterrente dell'inasprimento delle pene. Ritengo che misure come la sospensione o la revoca della patente, siano notevolmente più impattanti sulla condotta del conducente, rispetto ad una pena maggiorata».

Sempre Pallotti (Associazione familiari e vittime) lamenta i ritardi e i tempi di una giustizia troppo lenta. È d'accordo?
«La lentezza dello Stato nel fornire risposte in termini giudiziari, anche alle vittime della strada ed ai loro parenti, è un grande fardello che questo Governo vuole affrontare con determinazione. Nell'ambito della riforma della giustizia si potrebbe pensare a riti semplificati ed accelerati per i processi afferenti ai gravi reati commessi nell'ambito della circolazione stradale, ma anche nautica. Si tratta di crimini inaccettabili soprattutto in ragione della assoluta possibilità di prevederli e dunque di prevenirli per chi irresponsabilmente li cagiona».

C'è chi sostiene che nelle lacune del sistema giudiziario italiano si impaludino anche le condanne per omicidio stradale. Colpa della poca certezza delle pene?
«Il legislatore può impiegare tutto lo sforzo possibile nella determinazione delle fattispecie di reato, ma rischia di essere un lavoro vano se poi chi è chiamato a giudicare, applicando la legge, talvolta affievolisce - con interpretazioni fantasiose - la portata della stessa, con una determinazione della pena che non appare né certa né adeguata. È fondamentale, considerata la drammaticità ed urgenza del tema, un cambio di approccio, in senso emergenziale e rigorista, da parte di tutti gli attori coinvolti. Il legislatore sta facendo e farà la sua parte».
 

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