La democrazia del popolo e quella dell'algoritmo

di Mauro Calise
Domenica 12 Maggio 2024, 22:44 - Ultimo agg. 13 Maggio, 07:30
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Il quadro, infatti, si complica se si chiede di prendere in considerazione uno degli elementi che gli esperti già segnalano con crescente preoccupazione, il ruolo delle armi autonome sui teatri di guerra. Qui ChatGpt 4 cambia tono, e squilla subito l’allarme: «l’impiego di sistemi d’arma autonomi, come i droni di ultima generazione guidati da Ia, solleva preoccupazioni profonde riguardo alla sicurezza, al controllo e all’etica della guerra». E, a seguire, l’elenco puntuale dei rischi: Mancanza di controllo umano, Incertezza sulle responsabilità, Evoluzione incontrollata, Corsa agli armamenti, Uso improprio.

La situazione peggiora ulteriormente se si passa alla domanda chiave, quanto gli Stati siano davvero in grado di regolamentare il cyberspazio rispetto ai colossi aziendali che ne detengono il controllo tecnologico. Le risposte sciorinano la lista di ciò che sarebbe necessario – molti provvedimenti normativi e moltissimo coordinamento globale – ma lasciano inevasa la domanda chiave, e più inquietante: chi detiene, e come si forma, la volontà politica con cui si combatte questa battaglia?

Una parte della risposta, purtroppo, già la conosciamo. Riguarda la crisi profonda in cui versano oggi i partiti, l’architrave della democrazia novecentesca. Circuiti rappresentativi obsoleti, che non riescono a utilizzare il digitale come antenna dei bisogni sociali.

E abbiamo assistito impotenti al declino dell’opinione pubblica, due secoli di storia per tracciare il confine tra società e politica bruciati dall’avvento repentino dei social, con la vita quotidiana che irrompe e colonizza ogni interstizio dell’informazione. Per cercare di tenere insieme quel che resta della rappresentanza partitica e l’informe agglomerato mediatico delle opinioni a mezzo social, la democrazia parlamentare si è trasformata in democrazia del leader, ultimo baluardo – o autodafè – del governo del e per il popolo.

Sarà questo lo scontro del futuro? I prìncipi in nome del popolo contro il governo delle macchine? Lasciamo stare le formule ad effetto, che popolano da vent’anni l’immaginario fantascientifico e consolatorio di cui si nutrono centinaia di milioni di utenti delle serie di maggior successo. L’evoluzione più probabile sarà quella che già si intravede in molte campagne elettorali, i leader che si digitalizzano attraverso il controllo delle piattaforme, sfruttando l’intelligenza artificiale per simulare la propria immagine – voce e messaggio - a uso e consumo dei singoli votanti. Lo si è visto con Milei e con Modi, lo vedremo presto con Trump.

Come esordio della digicrazia, non promette niente di buono.

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