Anche l'ulteriore approfondimento dell'Ema non scioglie del tutto dubbi e incertezze sulla possibilità di alcuni effetti collaterali esiziali conseguenti in alcuni casi alla somministrazione del vaccino Astrazeneca. L'autorità europea ha ribadito la possibilità di sporadici fenomeni trombotici gravi: li si può prevenire mediante l'assunzione di aspirina? E chi ha già fatto la prima dose di Astrazeneca può rischiare complicanze con la seconda fiala? In questo percorso di comprensione - fra paure e angosce - ci assiste il professor Fabrizio Pane, ordinario di Ematologia, direttore del Dipartimento di medicina clinica e chirurgia e dell'Uoc Ematologia e trapianti di midollo del policlinico della Federico II di Napoli.
Quali limitazioni sono previste in Italia per Astrazeneca?
Fino a ieri in Italia nessuna limitazione, ma le indicazioni offerte nell'incontro Stato-Regioni dal professor Franco Locatelli, portavoce del Cts, sono chiare: «Considerando i dati sulla letalità (per coronavirus) che confermano che le vittime perlopiù sono anziani, l'idea anche per Italia è di raccomandare l'uso preferenziale del vaccino Astrazeneca oltre i 60 anni».
Perché queste restrizioni?
Dopo il vaccino si sono verificati dei casi rarissimi di trombosi venosa cerebrale dai sintomi molto peculiari, che colpisce soprattutto le vene del cervello ed è associata a un calo di piastrine. Dopo il primo allarme di metà marzo sono stati registrati nuovi casi e il legame con Astrazeneca è diventato più chiaro. «Ma si tratta di eventi molto rari - precisa il professor Pane - Ricordiamo che in Italia, e in generale in tutto il mondo occidentale, le malattie a carico dell'apparato cardio-circolatorio sono la prima causa di morte. In questo scenario gli eventi trombotici venosi cerebrali sono statisticamente molto rari». E certamente essere contagiati dal virus Sars-Cov2 può essere in questo senso molto più rischioso».
Perché in sperimentazione del vaccino Astrazeneca questi episodi avversi non sono emersi?
«Perché è variato il campione su cui sono stati eseguiti i test - evidenzia Pane - La sperimentazione è stata condotta su alcune migliaia di soggetti, la vaccinazione di massa coinvolge milioni di persone. È cambiata la scala di grandezze e questo autorizza oggi a ipotizzare un possibile nesso tra la somministrazione del vaccino e alcuni effetti collaterali avversi gravi».
È utile l'assunzione di aspirina o cardio-aspirina?
«A parte il problema del dosaggio - sottolinea ancora Pane - l'aspirina ha la funzione di fluidificare il sangue. Resta poi da comprendere quale può essere questo vantaggio rispetto al rischio di ritrovarsi emorragie gastro-intestinali. Negli Usa alcuni studi sostengono che l'uso regolare di aspirina possa anche proteggere contro l'insorgenza di tumori. Insomma, sul rischio di trombosi è come andare in aereo. Quante persone ogni giorno prendono l'aereo? E qual è il rischio che ad alta quota e per la posizione assunta durante il viaggio possano insorgere trombosi?».
Quali i sintomi da tenere sotto controllo?
Quelli più frequenti sono fiato corto, dolore al petto, gonfiore alla gamba, persistente dolore addominale, sintomi neurologici, inclusi mal di testa grave e persistente o visione offuscata, minuscole macchie di sangue sotto la pelle oltre il sito di iniezione.
Ma Astrazeneca all'inizio non era riservato ai più giovani?
Al momento dell'approvazione, a gennaio, le sperimentazioni erano state fatte soprattutto su volontari under 65. La mancanza di test sugli anziani aveva spinto alcuni Stati, fra cui l'Italia, a riservare il vaccino ai più giovani. L'uso molto esteso di AstraZeneca in Gran Bretagna e Scozia aveva poi dimostrato un'ottima efficacia anche negli anziani. Per questo ora la strategia è cambiata e potrebbe cambiare ancora.
La pillola contraccettiva può creare problemi?
«Qualche problema potrebbe porsi per preparati ad alto contenuto di estrogeni - avverte Pane - ma oggi sono del tutto superati. In commercio esistono farmaci molto più raffinati e sicuri».
Esiste un periodo di vigilanza dopo la sospensione del vaccino?
Alcuni eventi avversi gravi si sono verificati a cavallo del decimo giorno. «Ma i vaccini attualmente a disposizione vengono assorbiti rapidamente dall'organismo - sottolinea Pane - Direi che se qualche fenomeno dovesse evidenziarsi a distanza di molti giorni, ciò non è immediatamente imputabile alla somministrazione».
Se ho fatto la prima dose di vaccino Astrazeneca può essermi somministrata una dose di un altro vaccino?
Su questo tema le autorità regolatorie e di vigilanza farmacologica dei vari Stati hanno assunto posizioni diverse. In Germania, per esempio, si consiglia a chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca (un vaccino a vettore virale) e ha un'età inferiore a 60 anni, di utilizzare come seconda dose Pfizer o Moderna (vaccini a mRna). «Al momento dati clinici specifici non ne abbiamo - spiega Pane - D'Altra parte sia Pfizer che Moderna che lo stesso Astrazeneca hanno come obiettivo un risultato comune, quello cioè di entrare in una cellula umana, riprodursi e sollecitare la risposa immunitaria agendo su determinate proteine. Ora attendiamo indicazioni dai nostri enti regolatori». Ieri sera il Cts ha sottolineato come al momento non ci sono dati relativi a fenomeni avversi gravi dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino Astrazeneca, motivo per il quale è stata confermata.
Arriveremo presto a un farmaco unico per combattere il coronavirus?
«Sono possibilista - dice Pane - Con il tempo e l'evoluzione della ricerca siamo riusciti per esempio a mettere a punto un mix di anti-virali per curare l'Hiv. Io resto dell'avviso che per contrastare il coronavirus la strategia migliore sia quella di bloccare quanto prima la diffusione dell'infezione e quindi anche l'insorgenza di nuove varianti. Dunque - conclude il professor Pane - è assai preferibile la strada del vaccino».