Covid a Napoli, i furbetti dei vaccini tra i “caregiver”: «Sono tutori fasulli»

Covid a Napoli, i furbetti dei vaccini tra i “caregiver”: «Sono tutori fasulli»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 7 Aprile 2021, 23:31 - Ultimo agg. 8 Aprile, 10:06
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La campagna vaccinale con AstraZeneca procede spedita per i caregiver napoletani ma il rischio furbetti è dietro l’angolo. La categoria delle persone che “si prendono cura di un disabile grave” sta registrando un trend inverso rispetto alla crescente percentuale di rinunce tra i candidati al farmaco anglo-svedese, eppure i dati incoraggianti celano un’incognita. Si tratta dei furbetti che, fingendo di assistere un familiare o addirittura persone a loro totalmente sconosciute, ottengono il vaccino senza averne alcun diritto di priorità. Non solo gli imbroglioni commettono un reato nel dichiarare il falso ma, di fatto, la loro truffa diventa quasi uno schiaffo morale contro i veri caregiver che per tutelare la salute dei portatori di disabilità, hanno la precedenza sugli altri nella campagna anti Covid

Da ieri, sono riprese le convocazioni dei caregiver nei due hub partenopei presso l’ex Fagianeria, nel Real Bosco di Capodimonte e la Stazione Marittima, dove l’equipe vaccinali stanno somministrando AstraZeneca, ad eccezione di chi presenta incompatibilità con il farmaco. Dopo aver effettuato quasi 2000 vaccini a questa categoria tra il 24 e il 25 marzo, nei giorni festivi di Pasqua e Pasquetta, sono state somministrate altre 898 dosi, sempre a caregiver, e nel cronoprogramma dell’Asl Napoli 1, sono previste fino al 10 aprile, 800 convocazioni quotidiane nell’ex Fagianeria. I numeri riguardo le presenze dei caregiver rispetto alle registrazioni sulla piattaforma regionale, documentano percentuali molto basse rispetto alle defezioni ma, allo stesso tempo, sta emergendo un problema. Il sistema delle autocertificazioni «sta incoraggiando molti furbetti a intrufolarsi e ottenere il vaccino», spiega Gennaro D’Amato, professore di Pneumologia e Allergologia, ex primario al Cardarelli, oggi impegnato nell’assistenza dei pazienti con malattie respiratorie e con postumi del Covid. 

«Ci sono giunte segnalazioni di molte persone che si fingono caregiver sottraendo dosi di vaccini agli over 70 e a categorie che, più di altri, sono ad alto rischio», racconta D’Amato che, insieme ad altri camici bianchi, ha denunciato la presenza degli “pseudo caregiver”. Per questa categoria che riguarda chi, effettivamente, assiste un disabile certificato dal comma 3 della legge 104, quindi affetto da disabilità grave, è prevista, prima di tutto, la registrazione sulla piattaforma regionale. Successivamente, dopo la ricezione del messaggio di convocazione, si svolge la procedura di accettazione presso gli hub vaccinali. Il candidato può presentare una documentazione o, in alternativa, un’autocertificazione dove non è necessario specificare il nome o un riferimento del disabile assistito. «Può capitare che, all’interno di uno stesso nucleo familiare, più persone tentino di essere vaccinati come caregiver – spiega D’Amato - oppure che un parente si improvvisi caregiver o ancora che, la richiesta sia inappropriata perché il soggetto assistito non è un disabile grave». 

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«Controlli a tappeto sui caregiver». Questa potrebbe essere una delle soluzioni per arginare i furbetti, come propone D’Amato ma, c’è anche chi guarda il problema da un’altra prospettiva. «Noi medici di famiglia potremmo dare un contributo alla campagna vaccinale dei caregiver perché conosciamo le famiglie e sappiamo esattamente chi assiste i pazienti disabili, distinguendo il vero caregiver dal convivente e da chi non è nessuna delle due cose», fa notare Pina Tommasielli, medico di famiglia e membri dell’Unità di Crisi della regione Campania.

Inutile sottolineare che il senso morale che accompagna la campagna vaccinale dovrebbe valere più di sanzioni e punizioni ma, in ogni caso, non va sottovalutato il reato commesso nel «dichiarare il falso».

«Chi compila un’autocertificazione scrivendo falsità, se ne assume le conseguenze e responsabilità», sottolineano i due medici. Che battono su un punto: «Tutti dobbiamo il massimo rispetto ai medici e al personale dei centri di vaccinazione che fanno un grande lavoro e si trovano ad avere a che fare con furbi a volte anche arroganti e non sempre pacifici», conclude D’Amato. 

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