Certezze e punti oscuri, ecco cosa sappiamo per difenderci dal virus

Certezze e punti oscuri, ecco cosa sappiamo per difenderci dal virus
di Lucilla Vazza
Mercoledì 10 Giugno 2020, 08:00
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Molta informazione, poche certezze: la pandemia ci sta abituando a vivere alla giornata. Quello che sappiamo oggi viene confutato domani, per essere contestato dopodomani, e magari rivalutato fra 3 giorni. A detta degli esperti, il caos informativo è segno di vitalità scientifica, in cui le evidenze si stratificano e le conoscenze si consolidano. Il vecchio lascia posto al nuovo. Il punto è che per il cittadino è tutto molto difficile.

Proviamo a fare ordine, attingendo alle fonti dirette. Partiamo dall'aggiornamento sulle mascherine: finora le raccomandazioni dell'Oms non consigliavano l'uso delle mascherine per le persone sane, ma era indicato a chi pensa di essere positivo al coronavirus e se si assiste un malato. «Tuttavia - spiega l'Oms - tenendo conto degli studi disponibili che valutano la trasmissione pre e asintomatica e un crescente numero di prove osservative sull'uso delle mascherine da parte del pubblico in diversi paesi, nonché la difficoltà di mantenere la distanza fisica in molti contesti, l'Oms consiglia ai governi di incoraggiare il pubblico a indossare le mascherine dove si registra un'ampia trasmissione del virus e l'allontanamento fisico è difficile da mantenere, come sui trasporti pubblici, nei negozi o in altri ambienti affollati». Insomma, l'Oms ribadisce quello che dai noi è realtà da mesi, ha effettuato una revisione e forse in modo complicato, ha portato le prove di quello che tutti noi sapevamo già e che gli esperti indicavano da tempo, infatti il Dg Ghebreyesus ha ribadito: «Le mascherine sono utili solo come parte di un approccio globale nella lotta contro Covid-19. La miglior risposta deve essere quella di identificare, isolare, testare e curare ogni caso di infezione e rintracciare e mettere in quarantena ogni contatto. Questa è la miglior difesa di ogni Paese contro la Covid-19».

Semaforo rosso all'uso non professionale dei guanti. L'Oms aveva già chiarito che possono essere pericolosi perché danno un senso di falsa sicurezza, ma ha specificato che non vanno usati nemmeno al supermercato, perché a forte rischio contaminazione se non usati in modo corretto: molto più efficace usare il gel disinfettante all'entrata e poi indossare sempre la mascherina. Meno guanti significa meno rifiuti non degradabili: si eviteranno tonnellate di plastica, materiale su cui il virus potrebbe vivere oltre 72 ore contro le scarse 24 di metallo e carta.
 


L'Oms due giorni fa ha lanciato un'altra bomba durante una conferenza stampa: la trasmissione da asintomatici è molto rara, tradotto dai media di tutto il mondo nella frase «gli asintomatici non sono contagiosi». Parole come pietre della numero uno del team tecnico Oms, Maria Van Kerkhove, che hanno deflagrato nella comunità scientifica che è insorta, perché gli studi sono ancora pochi e non conclusi, insomma non ci sono certezze. Tanto che la super esperta ha dovuto rettificare ieri pomeriggio provando a spiegare il senso delle sue parole: «Bisogna basarsi su ciò che sappiamo sulla trasmissione del virus, ossia che gli infetti sviluppano sintomi, ma in una parte di loro questo non avviene. Sappiamo poi che la maggioranza delle infezioni avviene da qualcuno che ha sintomi ad altre persone, attraverso le goccioline di saliva infette. Ma - ha puntualizzato - c'è una proporzione di persone che non sviluppa sintomi e non sappiamo ancora quante siano, potrebbero essere dal 6% al 41% della popolazione che si infetta, a seconda delle stime. Sappiamo che alcuni asintomatici possono trasmettere il virus e ciò che dobbiamo chiarire è quanti sono gli asintomatici e quanti di questi trasmettono l'infezione. Ciò che ho detto ieri in conferenza stampa si riferiva a piccoli studi pubblicati». Quindi, come puntualizza anche il direttore vicario Oms, Ranieri Guerra, nell'intervista in pagina, chi ha meno sintomi ha meno carica virale e contagia meno, e poi che gli asintomatici veri, quelli che non hanno neanche mezzo sintomo, sono pochissimi e dunque il loro peso sarebbe relativo.

Ma sugli asintomatici, una parola è poco e due sono troppe: restano il giallo della pandemia e i cluster degli ultimi giorni, in primis quello di Roma, dimostrano che i fantasmi untori ci sono eccome e circolano ignari.

In questi giorni, oltre a queste notizie fumose, arrivano delle buone nuove sul fronte vaccino.
Il mondo prosegue la corsa al proiettile magico contro il Covid che potrebbe arrivare a fine anno, ma per cui serviranno altri mesi per la produzione su scala globale. Cina e Usa dominano la corsa, con vaccini in fase di trial su uomo e animale, ma nella maratona si fa avanti l'Europa e in particolare l'Italia che nei giorni scorsi ha annunciato l'accordo tra Takis e Rottapharm Biotech per lo sviluppo del vaccino ideato dall'azienda di Castel Romano contro l'infezione, denominato Covid-eVax, con l'obiettivo di arrivare ai primi test sull'uomo nel prossimo autunno. La maratona vaccini prosegue, il traguardo non è ancora all'orizzonte. 

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