Covid, variante JN.1 domina in Italia: sintomi, incubazione e test. Pregliasco: «Possibile boom contagi, attenzione a Capodanno»

La “figlia” di BA.2.86 o Pirola è infatti la più frequente nell'ultima settimana di campionamento

Covid, variante JN.1 domina in Italia: sintomi, incubazione e vaccino. Preglisco: «Possibile boom contagi»
Covid, variante JN.1 domina in Italia: sintomi, incubazione e vaccino. Preglisco: «Possibile boom contagi»
Sabato 30 Dicembre 2023, 09:15 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 08:00
4 Minuti di Lettura

Covid, la variante JN.1 è prevalente in Italia. Secondo il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità, la “figlia” di BA.2.86 o Pirola - recentemente dichiarata Voi (variante di interesse) dall'Oms - si conferma in crescita. JN.1 è infatti la più frequente nell'ultima settimana di campionamento consolidata (37, 1% nella settimana 4-10 dicembre). Cosa sappiamo su questo nuovo lignaggio del virus? Quali sono i sintomi, il periodo di incubazione e le differenze con le altre varianti?

Covid, cosa fare se si è positivi? Le nuove regole sulle mascherine: la circolare del Ministero della Salute

Cosa è 

JN.1 è strettamente correlata alla varante BA.2.86 - o Pirola, nel linguaggio comune - già classificata come variante di interesse sia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (ECDC, dall'inglese European Centre for Disease Prevention and Control).

JN.1, pertanto, rappresenta una delle tante evoluzioni di SARS-CoV-2 che si aggiunge al già ampio gruppo di varianti in circolazione.

 

Sintomi

Nel caso della variante JN.1, i soggetti contagiati sembrano manifestare principalmente sintomi correlati alla gola, tra cui faringite persistente. Stando al monitoraggio condotto da Zoe Health Study (un progetto di ricerca sanitaria della società britannica Zoe Limited) il sintomo più comune di questa nuova variante sembra infatti essere il mal di gola. È bene quindi prestare attenzione a sintomi come dolore o bruciore alla gola, anche in assenza di febbre. Altri elementi tipici della sintomatologia della variante JN.1 sono associati alla faringite e includono congestione nasale, tosse persistente e mal di testa. Bisogna quindi prestare quindi attenzione a questi segnali, oltre a tenere a mente i sintomi “tradizionali” del Covid: febbre e spossatezza, eventuale perdita di gusto e/o olfatto e mancanza di respiro, anche se questi ultimi sembrano verificarsi in un numero limitato di casi.

 

I vaccini

Benché la situazione sia ancora in evoluzione e sia necessario attendere per avere dati certi, secondo alcuni ricercatori che hanno condotto uno studio in merito, i nuovi vaccini anti-CVODI-19 aggiornati contro Omicron XBB.1.5 (anche nota come variante Kraken), sembrano offrire un buon livello di protezione non solo nei confronti della virante contro la quale sono stati specificatamente formulati, ma anche contro la nuova variante JN.1.

 

Incubazione

Non c'è una stima precisa riguardo i tempi di incubazione. Tuttavia, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario di azienda dell'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano, non sembrano esserci differenze con le ultime varianti derivate dal ceppo Omicron. La maggiore contagiosità non avrebbe infatti accelerato il processo di "positivizzazione". «I tempi sono sempre i soliti, dai due ai cinque giorni», precisa Pregliasco. «Questa stima non si discosta da quanto visto in passato».

 

Diventerà dominante?

«È probabile» secondo il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che commenta all'Adnkronos Salute il dato contenuto nell'ultimo Monitoraggio Covid. «Questo indica che JN. 1, pur non essendo una variante particolarmente pesante dal punto di vista della patogenicità, sta diventando sempre più importante per una grande capacità di contagiosità e diffusività», osserva Pregliasco. La 'figlià di BA.2.86 o Pirola avrebbe dunque i numeri per imporsi.

 

Boom contagi dopo Capodanno

In Italia «rimane ancora il rischio di una fase espansiva del Covid», con un possibile 'effetto rimbalzò legato ai «viaggi, baci e abbracci dell'ultimo dell'anno». Lo spiega all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. «I dati di incidenza sono sicuramente sottostimati», sottolinea. «Non siamo ancora in una fase di picco», precisa, «anche se il raggiungimento del picco lo si vede solo una volta che la curva dei contagi inizia ad abbassarsi». Se è vero che il report Iss-ministero indica per la settimana 21-27 dicembre un'incidenza pari a 70 casi ogni 100mila abitanti, in discesa rispetto ai 103/100mila del periodo 14-20 dicembre, «tale calo - avvertono gli esperti nel monitoraggio - potrebbe, in parte, essere attribuibile a una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA