Danno renale acuto da mezzo di contrasto durante la coronarografia,
identificato un nuovo marcatore predittivo

Danno renale acuto da mezzo di contrasto durante la coronarografia, identificato un nuovo marcatore predittivo
di Ettore Mautone
Mercoledì 26 Maggio 2021, 19:16
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Nome in codice DKK3: è quello di nuovo biomarcatore presente nelle urine che consente di identificare i pazienti a rischio di danno renale dopo somministrazione di mezzo di contrasto per la coronarografia e altre procedure invasive. Lo studio, condotto dal dottor Carlo Briguori, è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista americana Journal of the American College of Cardiology
La proteina dickkopf-3(DKK3) è in grado di predire il danno renale acuto e la disfunzione renale persistente che può anche portare alla dialisi in alcuni pazienti a rischio. A firmare la ricerca è il gruppo della Cardiologia Interventistica della Clinica Mediterranea di Napoli, guidato dal Carlo Briguori, insieme al gruppo di ricerca di Gerolama Condorelli docente del Dipartimento di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche (DMMBM) dell’Università di Napoli Federico II. Hanno collaborato alo studio Giuseppina Roscigno e  Cristina Quintavalle dell'Ieos-Cnr.
La proteina DKK3 è una glicoproteina prodotta dal rene e lo studio ha avuto come obiettivo la valutazione dei livelli urinari del marcatore DKK3 nei pazienti prima di sottoporsi a coronarografia o angioplastica coronarica. Lo studio, condotto da Briguori su 458 pazienti con insufficienza renale cronica, ha indicato che i valori urinari della proteina DKK3, prima della somministrazione del mezzo di contrasto iodato, rappresentano un marker affidabile perl’identificazione dei pazienti che, se sottoposti a procedure coronariche invasive, hanno un maggiore rischio di svilupparedanno renale acuto e la disfunzione renale persistente.
"L’identificazione di questo biomarcatore, dosabile prima dell’esposizione al mezzo di contrasto iodato - avverte il ricercatore - potrà aiutare ad individuare i pazienti a rischio di questa complicanza. Infatti, altri biomarcatori come la cistatina C sierica, la lipocalina-2 (NGAL) sierica e urinaria aumentano solo dopo l’esposizione al mezzo di contrasto iodato e, quindi, non sono predittivi. Il dosaggio della proteina nelle urine potrà quindi permettere ai pazienti più fragili di sottoporsi ad intervento di coronarografia e angioplastica coronarica in condizioni di maggiore sicurezza".
Tornando alla pubblicazione l’editore della rivista JACC, il professor Valentin Fuster, ha commentato l’articolo, come uno studio affascinante e di grande impatto, annunciando “una rivoluzione” nel mondo dei biomarcatori del danno renale, paragonandolo a quello che si usa per fare diagnosi di infarto del miocardio nella pratica clinica quotidiana, auspicando che nuovi studi possano contribuire all’introduzione della misurazione di DKK3 negli esami di laboratorio di routine  nei pazienti a rischio. 
Le malattie cardiovascolari, causa di morte nei paesi occidentali, sono determinate dalla malattia aterosclerotica, che causa la formazione di una placca all’interno delle coronarie (le arterie che irrorano il cuore), ostacolando quindi il flusso del sangue. La placca può andare incontro a rottura improvvisa, a cui consegue una completa occlusione della arteria (trombosi acuta), che porta al blocco della circolazione coronarica e quindi all’infarto miocardico acuto.
Per diagnosticare la presenza delle placche coronariche l’indagine principale è la coronarografia. Con l’angioplastica coronarica, si può disostruire la coronaria malata posizionando al suo interno un cilindro metallico chiamato “stent”, che consente il ripristino della circolazione coronarica. 
L’unità operativa di Cardiologia Interventistica della Mediterranea diretta da Briguori, fa parte della rete dell’infarto miocardico acuto della Regione Campania e garantisce un’assistenza in urgenza 365 giorni all’anno, h24 per il trattamento dell’infarto cardiaco. La struttura si posiziona tra i primi posti in Italia per numero di procedure (ogni anno circa 1200 angioplastiche coronariche) e Briguori è tra i top scientist italiani citati dalla rivista PlosBiology per la qualità delle pubblicazioni.
La coronarografia e l’angioplastica coronaria prevedono l’utilizzo del mezzo di contrasto iodato, un liquido che iniettato nelle coronarie ne permette la visualizzazione.

Anche se utilizzato in piccole dosi (50-100 ml) può essere rischioso in alcuni pazienti, in particolare in quelli affetti anche da insufficienza renale cronica e diabete mellito. In questi pazienti la somministrazione di mezzo di contrasto iodato può determinare un peggioramento della funzionalità renale fino al richiedere la dialisi. Questa complicazione è molto spesso acuta, cioè si può risolvere nel giro di pochi giorni. Tuttavia, la funzione renale potrebbe essere anche compromessa in maniera persistente. Si rende dunque necessario quindi identificare questi pazienti a rischio per mettere in atto tutte le misure correttive al fine di prevenire il danno del rene.

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