Difterite, aumento casi in Gran Bretagna: «Focolai in Europa collegati ad arrivi in particolare da Afghanistan»

L'infezione batterica è altamente contagiosa: più esposto al rischio chi non è coperto dal vaccino

Difterite, aumento casi in Gran Bretagna: «Focolai in Europa collegati ad arrivi in particolare da Afghanistan»
Giovedì 13 Aprile 2023, 11:36 - Ultimo agg. 11:47
3 Minuti di Lettura

Difterite. Drastico aumento di casi nell'ultimo anno in Gran Bretagna. Una impennata che, avvertono gli stenziati d'Oltremanica, è dovuta in buona parte dalle «piccole traversate in barca». I ricercatori britannici hanno affermato che i focolai in tutto il continente nell'ultimo anno sono stati «per lo più collegati ai migranti in arrivo», quasi tutti dall'Afghanistan.

Migranti, un commissario per lo stato di emergenza: al prefetto Valenti poteri speciali

Cos'è la difterite

La difterite, un'infezione batterica altamente contagiosa che può essere fatale, è rara nel Regno Unito perché neonati e bambini sono vaccinati sin dagli anni '40.

I non vaccinati sono però altamente suscettibili alla malattia, che può causare ulcere sulla pelle, problemi respiratori e danni cardiaci se non trattata con antibiotici.

Il rapporto della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive per l'Inghilterra utilizza i dati dell'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito e si basa su test genomici di centinaia di casi in dieci paesi europei, di cui 59 in Inghilterra. Evidenzia come 73 casi della malattia siano stati registrati in Inghilterra nel 2022 in totale - rispetto ai 12 casi dell'anno precedente - e un ulteriore caso è stato registrato quest'anno.

I DATI

La maggior parte dei pazienti (97%) erano "giovani maschi afgani" di età inferiore ai 18 anni con "storia vaccinale sconosciuta" - sebbene l'UKHSA noti che questo gruppo potrebbe essere "sovrarappresentato" a causa della "maggiore consapevolezza clinica e accertamento dei casi" tra quello demografico.

Circa la metà delle persone infette (51%) presentava problemi alla pelle causati dalla malattia. Il 12% non presentava sintomi e la malattia in questi casi è stata rilevata attraverso lo screening o il tracciamento dei contatti. 

Parlando dei dati per l'Europa nel suo insieme, hanno affermato che c'era stata "una trasmissione evidente tra i migranti" che ritenevano si fosse verificata "durante il viaggio all'interno delle strutture per i migranti". Hanno aggiunto che "la mancanza di un'adeguata vaccinazione tra i migranti" è stata la ragione dei focolai.

Per evitare future epidemie di difterite, i ricercatori hanno raccomandato "una maggiore consapevolezza tra i medici che prestano assistenza ai migranti", "protocolli di vaccinazione approfonditi" e "screening tempestivo delle persone a rischio".

© RIPRODUZIONE RISERVATA