Influenza, ospedali sotto pressione: +30% al pronto soccorso. Gli oncologi: «Situazione da incubo»

La situazione si sta aggravando, avverte il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) Fabio De Iaco, e continua ad aumentare il numero di persone che restano bloccate proprio nei Pronto soccorso in attesa di ricovero

Influenza, ospedali sotto pressione: +30% al pronto soccorso. Gli oncologi: «Situazione da incubo»
Influenza, ospedali sotto pressione: +30% al pronto soccorso. Gli oncologi: «Situazione da incubo»
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 20:19 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 09:23
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Ospedali sempre più sotto pressione. Negli ultimi giorni il numero degli accessi al Pronto soccorso per influenza è schizzato, aumentando del 20-30%. La situazione si sta aggravando, avverte il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) Fabio De Iaco, e continua ad aumentare il numero di persone che restano bloccate proprio nei Pronto soccorso in attesa di ricovero.

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Ospedali, gli oncologi: situazione da incubo

«Inevitabilmente - afferma De Iaco all'ANSA - stanno aumentando anche i tempi di attesa per un letto. In questo momento, l'emergenza è legata soprattutto all'influenza ed altri virus, più che al Covid-19».

Parla di situazione «da incubo» anche la Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce), attribuendone la causa ad una «inadeguata» campagna vaccinale. «Da diverse settimane - affermano gli specialisti - si assiste al fenomeno dell'aggravarsi del caos nei nostri sistemi di emergenza, con molte centinaia di pazienti in attesa di trasferimento in reparti di degenza ordinaria o di terapia intensiva, tempi che possono durare anche diversi giorni». E la causa principale è la «fiacca ed insufficiente» campagna vaccinale sull'influenza, con dati di copertura «estremamente inferiori rispetto agli anni precedenti». Tuttavia, i numeri delle vaccinazioni antinfluenzali, secondo le ultime rilevazioni del ministero della Salute, sono in crescita e ad oggi sono 9,5 milioni le dosi somministrate. La copertura vaccinale nella popolazione degli over65 è del 45%.

L'Iss: casi gravi ma nella norma

Nonostante gli ospedali siano sotto 'assediò, anche l'Istituto superiore di sanità (Iss) precisa che i dati della sorveglianza dei casi gravi fino a questo momento non presentano anomalie e sono coerenti con il quadro epidemiologico complessivo. E rispetto ai diversi decessi per influenza registrati, gli ultimi ieri in Veneto, sempre l'Iss chiarisce che al momento l'incidenza delle sindromi simil influenzali in Italia è nella fascia di intensità 'Altà con una circolazione intensa, ma «la situazione complessivamente rientra nell'alternarsi di intensità annuale delle stagioni di trasmissione dei virus respiratori». Probabilmente siamo vicini al picco della stagione influenzale, ma una circolazione sostenuta dei virus si osserverà anche nelle prossime settimane. Al momento, comunque, la situazione «non appare al di fuori dell'andamento che ci si attenderebbe in una stagione a intensità elevata come quella che stiamo registrando», conferma Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Iss. La quasi totalità dei casi influenzali è dovuta a infezioni da virus A/H1N1 pdm09. Questo ceppo è derivante da quello che ha causato la pandemia influenzale nel 2009/2010 ma è fra quelli normalmente circolanti nel mondo in questi ultimi anni, tanto che è inserito nel vaccino antinfluenzale. Per questo, l'Iss ribadisce la raccomandazione ad effettuare la vaccinazione, specialmente per le categorie a cui è raccomandata. Un invito a fare chiarezza arriva anche dal direttore della Prevenzione del ministero Francesco Vaia, che precisa come sia «sbagliato etichettare i recenti casi come 'influenza suinà: virus simili a quello dell'influenza umana circolano in numerose specie animali, inclusi i maiali. Occasionalmente - spiega - varianti di questi virus possono contagiare esseri umani, ed ogni anno vengono registrati un numero limitato di questi casi di 'influenza suinà che per lo più viene contratta per contatto con maiali e che difficilmente si diffonde da uomo a uomo». I casi recentemente riportati in Veneto però, precisa, «non sono causati da questi virus varianti ma dal virus influenzale H1N1». Come tutti i virus influenzali, anche H1N1 ha subito piccoli cambiamenti nel corso degli anni, chiarisce inoltre Gianni Rezza, professore di Igiene all'università San Raffaele di Milano, e «può dare, in rari casi, polmonite interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli anziani, può assumere frequentemente un certo livello di pericolosità». Dunque, per i fragili che non si sono ancora vaccinati, «siamo in 'Zona Cesarinì: sarebbe saggio vaccinarsi adesso - conbclude - per proteggersi in questa coda della stagione».

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