Pandemia, si accendono di 6-8 volte le violenze tra partner. Esperta: «Isolamento sociale tra i principali fattori di rischio»

Pandemia, si accendono di 6-8 volte le violenze tra partner. Esperta: «Isolamento sociale tra i principali fattori di rischio»
Pandemia, si accendono di 6-8 volte le violenze tra partner. Esperta: «Isolamento sociale tra i principali fattori di rischio»
Sabato 21 Agosto 2021, 10:36 - Ultimo agg. 22 Agosto, 10:11
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Il lascito del Covid non sta solo negli effetti fisici della malattia ma anche nell'effetto che questo virus, con l'obbligo a vivere in casa ha avuto su molte persone. La pandemia potrebbe aver acceso una bomba di disagio sociale che si traduce in un'impennata dei casi di violenza domestica contro il partner. Infatti uno studio americano mostra che i casi di aggressione psicologica o fisica contro il partner sono cresciuti di 6-8 volte durante le restrizioni della pandemia. Lo studio è stato condotto presso la Georgia State University pubblicata sul Psychology of Violence. «L'isolamento sociale è considerato uno dei principali fattori di rischio che concorrono al verificarsi di episodi di violenza fra partner - afferma in un commento all'ANSA Giulia Lausi della Facoltà di Medicina e Psicologia Sapienza Università di Roma - dati da tutto il mondo lo testimoniano. Ad esempio - continua l'esperta che lavora presso il laboratorio di Psicologia Sperimentale e Applicata, guidato da Anna Maria Giannini» - durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il numero anti-violenza attivo in Italia, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%).

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In Tunisia c'è stato un incremento delle denunce della violenza tra partner dal 4,4% al 14,8%. In generale, continua Lausi, si è riscontrato che il 12% di donne che hanno sperimentato una violenza durante la pandemia non aveva mai subito un abuso prima e che tra le donne che erano già state vittima di violenza vi è stato un aumento del 73% dei casi di violenza durante la pandemia«. Lo studio americano ha coinvolto 510 persone da aprile 2020 quando era stato messo in atto il primo lockdown.

I partecipanti hanno risposto a tutta una serie di domande sullo stress e sui problemi (ad esempio economici, relazionali) scaturiti dalla pandemia e su episodi di violenza fisica e psicologica perpetrati verso il proprio partner e anche gli episodi di eccessivo consumo di alcol, prima e dopo l'esordio della pandemia. Le aggressioni fisiche sono passate da due atti per anno prima della pandemia a 15 per anno dopo l'inizio delle restrizioni; le aggressioni psicologiche sono passate da 16 per anno a 96 per anno.

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È emerso che l'aumento degli episodi di violenza contro il partner si è verificato soprattutto in contesti di per sé non considerati ad alto rischio e indipendentemente da episodi di consumo eccessivo di alcolici, che in generale possono favorire questi episodi. Quindi la pandemia e le misure restrittive hanno fatto da polveriera soprattutto in situazioni che nella normalità sarebbero rimaste poco o per nulla toccate dal problema violenza domestica. L'aumento degli atti di violenza registrato in questo studio «rappresenta un enorme cambiamento nella vita quotidiana delle persone», spiega l'autore principale del lavoro Dominic Parrott, direttore del Center for Research on Interpersonal Violence presso l'ateneo statunitense. «È la differenza dall'avere una brutta discussione con il tuo partner una volta al mese all'averla ben 2 volte a settimana». La pandemia, conclude Lausi, ha creato uno tsunami di violenza domestica, cambiandone anche i connotati rispetto al periodo prepandemico, ad esempio la violenza perpetrata durante il lockdown è stata soprattutto psicologica ed economica. 

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