Tumori, a Napoli un ambulatorio per parlare di cancro in famiglia

Tumori, a Napoli un ambulatorio per parlare di cancro in famiglia
Sabato 28 Dicembre 2019, 14:52
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Un ambulatorio familiare che aiuta a parlare di cancro in famiglia, anche ai bambini. Nasce con questo scopo all'istituto Pascale di Napoli: organizza incontri con i pazienti e i loro familiari per comprendere in che modo parlare della malattia in famiglia. Non solo, l'Ambulatorio nasce anche con l'obiettivo di prendere in carico coloro che hanno avuto notizia di mutazioni genetiche per cui dovranno subire interventi di chirurgia profilattica perché predisposti ad ammalarsi così come alla struttura possono rivolgersi, inoltre, le coppie che in seguito a trattamenti chirurgici avranno disturbi di sessualità dovute a protesi, a impotenza o a una prematura menopausa.

«È giusto parlare ai bambini della malattia di un genitore? - dice la psicologa Daniela Barberio, che dirige l'ambulatorio - È una delle domande che mi sento fare più spesso. Sì, i bambini hanno il diritto di sapere quello che sta accadendo perché hanno già intuito qualcosa. Non bisogna tacere per proteggere i figli, qualsiasi sia la loro età. Ovviamente c'è un modo per dire certe cose e il Servizio di psicologia nasce proprio con questo obiettivo: organizza incontri con le famiglie per comprendere in che modo affrontare la malattia e parlarne con i propri cari».

Aperto tutti i giorni su appuntamento l'ambulatorio si aggiunge alla ludoteca che da quasi 15 anni accoglie i bambini durante i diversi trattamenti delle loro mamme: degenza, chemioterapia, radioterapia, follow up. «L'ambulatorio della famiglia - dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi - dà la possibilità a tutti i familiari di ricevere un sostegno psicologico. Ha ricadute importanti su tutto il sistema familiare. Creare uno spazio per i familiari significa legittimarli a chiedere aiuto e sostegno in un momento anche per loro difficile. Il Pascale fa un altro passo avanti nella difficile ma unica impresa che vale il lavoro di tutti noi: mettere sempre il paziente al centro».
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