Vaccini, Chiantera: «Bisognava dare priorità alle donne incinte, i miei appelli inascoltati»

Vaccini, Chiantera: «Bisognava dare priorità alle donne incinte, i miei appelli inascoltati»
di Maria Chiara Aulisio
Venerdì 20 Agosto 2021, 08:03 - Ultimo agg. 17:24
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È dei primi giorni di maggio la lettera aperta che il professore Antonio Chiantera, presidente della Società Italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), aveva inviato al ministro della Salute per chiedergli di intervenire affinché le donne in gravidanza venissero considerate popolazione fragile. «Ogni donna che aspetta un bambino - scriveva il decano dei ginecologi napoletani - deve poter avere la possibilità di vaccinarsi contro il Covid». La risposta di Roberto Speranza è arrivata la scorsa settimana - dopo circa tre mesi dall'appello lanciato da Chiantera - ed è racchiusa in una circolare che recita così: La vaccinazione anti-SarsCoV2 non è controindicata in gravidanza.

Professore, si aspettava qualcosa in più?
«Qualcosa in più? Come si può pensare di dire solo che non è controindicata.

Bisognava scrivere che invece è assolutamente indicata, anzi indispensabile. Se parlo dati alla mano forse mi spiego meglio: il rischio di mortalità materna nelle donne in gravidanza affette da Covid è di ventidue volte superiore rispetto a quelle senza infezione. Lo dicono gli studi scientifici, non io».

Al Policlinico, in rianimazione, c'è una mamma di 31 anni con il Covid. Ad alto rischio anche il figlioletto di sei mesi che i ginecologi sono stati costretti a far nascere per provare a salvare entrambi.
«Non ho timore a dirlo: mi sento moralmente responsabile delle gravi condizioni in cui si trovano quella ragazza e il suo bambino».

Per quale ragione?
«Se fosse stata vaccinata tutto questo non sarebbe successo. Lei continuerebbe a godere di ottima salute con il piccolo in grembo».

Che responsabilità pensa di avere?
«Quella di non aver urlato a squarciagola quanto fosse necessario il vaccino in gravidanza. Dovevamo, noi ginecologi, essere più incisivi, più determinati. E invece abbiamo seguito la strada normale, quella delle lettere, della ricerca, dei dati raccolti con attenzione scrupolosità».

Avete giustamente rispettato il protocollo.
« Purtroppo non è stato sufficiente. Non ci hanno ascoltato come avrebbero dovuto. Eppure a Roma avevamo inviato anche un dettagliato dossier sui rischi di contrarre il Covid quando si aspetta un bambino. Niente da fare e adesso siamo in una condizione di seria emergenza».

Il numero di future mamme colpite dal virus, qui a Napoli continua a salire. Nel reparto Covid di Ginecologia del Policlinico ne arrivano sette, anche otto al giorno.
«Sono ancora poche. Non voglio fare previsioni catastrofiche ma temo fortemente che sono destinate a aumentare. Meglio prepararsi al peggio».

Se però le donne incinte cominciassero a sottoporsi al vaccino sarebbe un passo avanti per provare a fermare l'epidemia.
«Certo che si. Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi. Il mio è un appello che vorrei arrivasse dritto al cuore di chi aspetta un bambino. Fatelo subito, dico a voi mamme, e con grande serenità. In gioco c'è la vostra salute e quella del bambino che desiderate».

Hanno tutte una gran paura.
«Lo capisco, per carità. Girano tante di quelle false notizie che è facile immaginare le preoccupazioni di una donna in gravidanza».

Davvero se ne sentono di tutti i colori.
«Verissimo. È difficile stare dietro alle sciocchezze in circolazione. E però alle future mamme, e alle loro famiglie, dico una cosa: fidatevi degli esperti, date ascolto a chi si occupa con coscienza e serietà della salute dei pazienti».

La sua proposta, inascoltata, era di inserire le future mamme nella categoria dei fragili.
«Senza alcun dubbio, dal primo momento. Andavano vaccinate insieme al gruppo di chi soffriva di altre patologie. E poi, anche questo va detto, bisognava mettere in atto una seria campagna informativa in grado di portare negli hub della città il maggior numero di donne gravide possibile. Non è andata così».

Sono in tanti a ritenere che la reticenza a vaccinarsi da parte di questa categoria di donne sia stata dettata proprio dalla scarsa informazione.
«Ne sono convinto anche io. Ma non è mai troppo tardi. E allora: coraggio, tirate fuori il braccio. E fatelo subito».

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