Scuola, il ritorno in classe di Anita, 12enne simbolo della protesta anti-Dad: «Ci siamo fatti sentire»

Scuola, il ritorno in classe di Anita, 12enne simbolo della protesta anti-Dad: «Ci siamo fatti sentire»
Scuola, il ritorno in classe di Anita, 12enne simbolo della protesta anti-Dad: «Ci siamo fatti sentire»
Lunedì 12 Aprile 2021, 17:34 - Ultimo agg. 23 Marzo, 16:38
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La sua protesta contro la Dad era finita anche sui quotidiani stranieri, dal Guardian a Le Figaro. Era il novembre scorso e Anita Iacovelli, sudentessa 12enne, aveva deciso di sistemare il banchino davanti alla sua scuola, la Italo Calvino, e seguire le lezioni da lì. Un modo per ricordare l'importanza delle lezioni in presenza:  «La scuola in classe è un nostro diritto», recitava il cartello ai suoi piedi, immortalato in una immagine diventata un simbolo. Oggi 8 studenti italiani su 10 sono finalmente tornati a riempire le aule scolastiche, compresa Anita. E non è esagerato pensare che sia anche un po' merito suo. Il quotidiano statunitense Politico l'ha inserita tra le quattro donne capaci di cambiare il 2020. 

«È una scena già vissuta a gennaio, ma sono comunque contenta.

Finalmente si torna in aula», dice soddisfatta e convinta che il merito del ritorno in classe sia anche della protesta, di quei mesi di didattica a distanza seguita in strada «grazie ai quali hanno parlato per mesi di scuola, cosa che probabilmente non sarebbe accaduto. Fosse per me le scuole sarebbero già aperte da settembre. Ora la speranza è che non chiudano più dopo due mesi», aggiunge. 

I numeri in presenza

Sono 6,6 milioni gli alunni che da oggi tornano in classe, il 77% degli 8,5 milioni di iscritti negli istituti statali e paritari, e cioè quasi otto su dieci. Complessivamente si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Non è solo la conseguenza del DL 44 che ha consentito il rientro a scuola anche nelle zone rosse dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni di primaria e di quelli del primo anno di secondaria di I grado, ma soprattutto il miglioramento dei dati del contagio che ha consentito a quasi tutte le regioni di rientrare o confermarsi in zona arancione.

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