Scuole aperte dal 7 gennaio ma non è cambiato quasi nulla: il punto debole resta il trasporto

Scuole aperte dal 7 gennaio ma non è cambiato quasi nulla: il punto debole resta il trasporto
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 4 Dicembre 2020, 08:00
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Si torna in classe il 7 gennaio, con il primo ciclo al 100 per cento mentre le superiori in presenza al 75 per cento. Alla fine l'ha spuntata il ministro Lucia Azzolina che è riuscita a ottenere ben il 25 per cento in più nella fascia scolastica più critica, ossia quella che mezzi di trasporto e deve coprire maggiori distanze tra casa e scuola. La modifica è stata comunicata ieri pomeriggio anche a Regioni ed Enti locali a cui è stato presentato un protocollo di lavoro per risolvere le criticità legate a trasporto e tracciamento. Ma siamo davvero pronti per riaprire a gennaio? Secondo Cgil Scuola urgono ancora numerosi interventi per la riapertura della scuola in presenza e in una lettera inviata ai ministri Azzolina e Speranza elencano i nodi cruciali. Uno su tutti «rafforzamento o costituzione di un trasporto scolastico dedicato» senza dimenticare «condivisione di dati, tamponi, dispositivi di sicurezza, tavoli permanenti sulla sicurezza, riduzione del numero di alunni per classe, lotta al precariato e dimensionamento scolastico». 

Nelle due settimane in cui la scuola secondaria di secondo grado ha aperto in Campania, ad andare letteralmente in tilt è stato il sistema dei trasporti, in particolare quello di Napoli e provincia, poiché non è stato mai rispettata la capienza richiesta dalle linee guida sia a bordo di bus che metropolitana. «Proprio oggi (ieri, ndr) ho inviato una lettera al direttore dell'ufficio scolastico regionale Franzese per sollecitarla sul tema dei trasporti» spiega l'assessore Lucia Fortini. «In particolare, in vista di una riapertura, abbiamo chiesto che fosse garantito uno scaglionamento di almeno tre ingressi e tre uscite, altrimenti non ce la faremo.

Le risorse per una pianificazione dei trasporti scolastici ci sono, spetta però ai singoli comuni organizzarsi per l'attivazione. Restano poi irrisolti tutti i problemi di organico». L'assessore Fortini non esclude che «dopo l'8 dicembre apriremo tutte le classi della primaria» mentre si è confrontata con il gabinetto del ministro Azzolina «sulla segnalazione degli alunni assenti, per timori dei familiari, per evasione scolastica. Non possiamo consentire che oltre metà degli studenti siano segnalati e abbiamo chiesto delle pianificazioni al Mi». 

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«Non siamo pronti ad aprire a gennaio, in particolare in Campania» sentenzia Libera Tassella, ex docente napoletano ed esperto di legislazione scolastica, oltre che portavoce del sito Scuola Bene Comune che raccoglie migliaia di prof di tutta Italia. «Credo che a gennaio avremo una recrudescenza dei contagi, perché si aggiungerà l'influenza stagionale il cui picco è proprio in quel periodo. Le scuole non possono aprire in sicurezza, quindi, perché i protocolli quelli sono, e hanno fatto già flop». Per Tassella i nodi sono i trasporti insufficienti ma anche l'edilizia scolastica: «Finestre e porte nelle scuole dove si va in presenza sono sempre aperte. Mi arrivano continue segnalazioni di docenti che temono di ammalarsi per il freddo: al Mugello c'erano due gradi; a Torino e Milano nevica. Mi dicono: magari non ci ammaliamo di Covid, ma la polmonite ci viene lo stesso». E poi c'è il problema dell'affollamento per l'alto numero di studenti per classe «perché il governo non ha voluto ridurlo per creare nuove classi» e quindi assumere altro organico. Per Scuola Bene Comune ci sono sei condizioni necessarie per la ripresa in presenza: dotare le cattedre di schermi di plexiglas, mascherine FFP2 per docenti e alunni, fornire tutte le aule di un sistema di ricambio d'aria senza dover aprire le finestre, tamponi rapidi come in Veneto, ridurre il numero di alunni per classe e assicurare due metri di distanza, riaprire le scuole solo quando l'RT sarà sceso sotto 1. Tassella insiste sul fatto che «il ministro ha pensato ai banchi con le rotelle e non a un sistema di sanificazione e ricambio d'aria, come invece hanno fatto in Germania. Occorreva aprire con gradualità, perché è indubbio che la scuola sia fonte di contagi. Personalmente sono contro la Dad, la scuola si fa in presenza, ma mi batto strenuamente affinché le scuole siano tutte chiuse perché le considero fonte di contagio come tutti i luoghi dove si concentrano più persone e alla favoletta delle scuole sicure non ho mai creduto. Stiamo giocando con il fuoco, la curva dei contagi cala ma i morti sono davvero tanti: apriremo a gennaio per chiudere una settimana dopo per i contagi».

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