Ucraina, Sebastianov: «Il Papa sta lavorando a un tavolo di pace per una tregua, mi ha spiegato tutto»

Nuovo incontro a Santa Marta tra il pontefice e il presidente Unione Vecchi Credenti di Mosca

L'incontro tra Sebastyanov e Papa Francesco a Santa Marta
L'incontro tra Sebastyanov e Papa Francesco a Santa Marta
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Sabato 3 Febbraio 2024, 11:26 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:03
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Da Mosca è arrivato di nuovo a Roma per parlare un'ora buona con Papa Francesco di geopolitica, diplomazia, Ucraina, Stati Uniti e Russia. «Bergoglio sta lavorando a un tavolo di pace». L'amico moscovita di Bergoglio, Leonid Sevastyanov, presidente dell'Unione dei Vecchi Credenti al quale ogni tanto affida messaggi che fanno tremare la diplomazia d'Oltretevere spesso ignara di questi passaggi, è tornato a varcare la soglia di Santa Marta dove, dietro richiesta, è stato ricevuto martedì pomeriggio per un ampio scambio di vedute su quello che sta accadendo nel mondo. All'uscita dell'incontro Sevastyanov ha ripetuto e confermato «di avere avuto dal Pontefice l'incarico di farsi portavoce in Russia e altrove delle sue proposte di pace e di diffondere spiragli di dialogo in un momento molto difficile». Parole che il Vaticano al momento non ha smentito. 

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Sebastyanov ha raccontato al Messaggero che ha viaggiato anche negli Usa a dicembre per favorire la pace, sintetizzando il lavorìo diplomatico dietro le quinte che sta operando Papa Francesco sia sul fronte russo che su quello ucraino. «Mi ha detto che secondo lui in questo momento bisogna negoziare per una tregua e poi sviluppare una intesa, un negoziato capace di portare a una pace vera.

L'Ucraina e la Russia, secondo lui, sono pronte a un negoziato, entrambe».

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«Il Papa è preoccupato anche per il dopo guerra in Ucraina, perché non vuole che l'Europa lasci il paese indietro. Teme che possa essere lasciata da sola, senza i supporti e i sostegni necessari. Secondo le sue informazioni ci sarebbe ora la volontà di negoziare e l'importante è iniziare. Per questo lui propone il Vaticano come terreno comune. Anche l'Ucraina è interessata ad arrivare a una tregua e a un negoziato per riportare la gente scappata per la guerra a casa, si tratta di milioni di persone» ha aggiunto Sebastyanov.

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A proposito della missione dell'anno scorso affidata al cardinale Zuppi in Ucraina-Mosca-Pechino-Washington il Papa, secondo il presidente dell'Unione dei Vecchi Credenti «nutre molta fiducia per il ritorno dei bambini ucraini in patria. E' un cammino che va avanti e c'è un rapporto molto forte con i funzionari russi che si occupano dell'infanzia». 

Leonid Sevastyanov in questi due anni di guerra aveva fatto trapelare a più riprese ai media russi di lavorare ad un incontro fra il Papa e il patriarca Kirill. In un primo tempo aveva detto che si sarebbe dovuto tenere a Mosca poi in una città Europea (forse Budapest) e poi ancora in Mongolia. Ipotesi ventilate che puntualmente non hanno avuto seguito e che comunque difficilmente sarebbero state accettate dal Patriarcato di Mosca in un momento in cui i rapporti tra il Patriarcato e Roma sono sempre più difficili, mantenuti a fatica dal Vescovo Antonio che in curia ha una solida e antica rete di interlocutori sul piano ecumenico. 

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Nei giorni scorsi, a proposito della possibilità di un tavolo umanitario vaticano per arrivare alla pace, era stato il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas. «Una guerra così non si risolve facilmente ma la Santa Sede avendo un ruolo particolare in quanto Chiesa ha la possibilità di proporre dei meccanismi. I tentativi proseguono. Quando si capisce che un formato non funziona si comincia a cercarne un altro facendo delle verifiche. È un lavoro continuo. Non possiamo lasciare l'Ucraina da sola perché una guerra così feroce distrugge i meccanismi di dialogo e i contatti. (…) La Santa Sede non può rinunciare ai tentativi di ritrovare la pace. Siamo ancora nell'ambito dei tentativi ma concreti. Come la missione che Papa Francesco ha affidato al cardinale Zuppi. Non è rimasta confinata solo ad alcune visite. Le visite del card. Zuppi hanno creato canali e meccanismi sui quali il lavoro prosegue. Quello più importante ad esempio è il lavoro che riguarda i bambini, speriamo possano rientrare in Ucraina. È un lavoro molto complesso che coinvolge diversi uffici: le nunziature apostoliche di Kiev e Mosca e la Segreteria di Stato vaticana. Per il momento si sta lavorando su un centinaio di bambini. E abbiamo già un'idea di aiutare altri 4 mila bimbi». 

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