E' una domenica che Papa Francesco ha dedicato interamente ai poveri diventati «invisibili, e il cui grido di dolore viene soffocato dall'indifferenza di una società indaffarata e distratta». La basilica di san Pietro è piena di fedeli: tantissimi sono persone non abbienti, migranti, disoccupati o senza fissa dimora che, dopo la messa e l'Angelus, sono tutti stati invitati a pranzare con Bergoglio nell'aula Paolo VI dove un catering offerto dalla catena Hilton provvederà a servire un menù 'domenicale', naturalmente rispettoso delle restrizioni alimentari di carattere religioso, per esempio il divieto della carne di maiale.
La Giornata Mondiale dei Poveri è arrivata alla settima edizione e curata da monsignor Rino Fisichella arriva all'indomani della pubblicazione del Rapporto Caritas sulla povertà in Italia, un vero e proprio viaggio choccante dentro le pieghe nascoste delle città. I poveri, ormai, non sono più solo gli emarginati estremi ma anche coloro che misurano l'esclusione sociale per cause improvvise, come la perdita del lavoro per gli over 50, una malattia grave, una separazione, il fallimento della propria attività commerciale.
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Per la Chiesa si tratta di processo di democratizzazione della povertà, il che significa che può colpire chiunque. «Una volta il lavoro nobilitava davvero, oggi non è nemmeno più un biglietto da visita che qualifica il soggetto nella società. I lavoratori dipendenti non sono tutelati e nel giro di pochi anni avremo una quota importante di pensionati poveri»Meloni: merito è valore, affermano alla Caritas che mette in evidenza che ormai la povertà si eredita e che l'ascensore sociale si è definitivamente rotto.
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Papa Francesco recita il Vangelo e lo commenta ricordando che «se non moltiplichiamo l’amore attorno a noi, la vita si spegne nelle tenebre; se non mettiamo in circolo i talenti ricevuti, l’esistenza finisce sottoterra, cioè è come se fossimo già morti Pensiamo allora alle tante povertà materiali, culturali e spirituali del nostro mondo, alle esistenze ferite che abitano le nostre città. Pensiamo a quanti sono oppressi, affaticati, emarginati, alle vittime delle guerre e a coloro che lasciano la loro terra rischiando la vita; a coloro che sono senza pane, senza lavoro e senza speranza. Pensando a questa immensa moltitudine di poveri, il messaggio del Vangelo è chiaro: non sotterriamo i beni del Signore! Mettiamo in circolo la carità, condividiamo il nostro pane, moltiplichiamo l’amore! La povertà è uno scandalo».
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Il Rapporto Caritas fa affiorare poi le evidenti le disuguaglianze tra cittadini italiani e stranieri residenti negli ultimi dodici mesi. La povertà assoluta si mantiene infatti al di sotto della media per le famiglie di soli italiani (6,4%), mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli componenti stranieri (33,2%). Tra gli stranieri con figli minori il dato balza al 36,1% (a fronte del 7,8% delle famiglie di soli italiani). Gli stranieri, pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione residente, costituiscono il 30% dei poveri assoluti. Nel 2022, nei Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane le persone incontrate e accompagnate sono aumentate del 12% rispetto al 2021. Complessivamente il peso degli stranieri tra i beneficiari si attesta al 59,6%. Gli aiuti erogati sono stati complessivamente 3,4 milioni.
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