Il loro primo avvistamento risale ad un anno fa: nel 2022 la presenza della Vespa Orientalis a Roma aveva generato una psicosi a tal punto che era stato attivato un numero verde, ogni giorno, inondato di chiamate per segnalare al centralino la presenza di questa specie - definita molto aggressiva - all’interno delle abitazioni e nei luoghi pubblici. Anche quest’anno la situazione, puntuale, si è ripresentata. Gli imenotteri si stanno diffondendo ovunque perfino fuori dai centri abitati con il rischio di invadere e distruggere le attività svolte dai tanti apicoltori. L’ultimo nido è stato scoperto nel bagno di un appartamento a Lunghezza, a 800 metri in linea d’aria dal Polo Impiantistico di Rocca Cencia. «Un nido davvero enorme e spaventoso», lo ha definito l’esperto zoofilo Andrea Lunerti che afferma al Messaggero: «Il picco è previsto tra la fine del mese e primi giorni di ottobre quando avverranno gli sfarfallamenti delle Regine. E’ importante segnalare tempestivamente la presenza dei nidi. Solo così si potrà ostacolare la diffusione delle Orientalis nella primavera del 2024».
Vespa orientalis in una casa a Lunghezza
Era da diverso tempo che le vespe avevano nidificato nell’appartamento, a Lunghezza, dove vivono Daniele insieme al suo papà. Il giovane aveva provato ad allontanarle attraverso l’utilizzo di spray, ma senza alcuna via di risoluzione.
Le chiamate dai quartieri
Da Monteverde, dove venne scovato il primo nido, al Centro Storico, a pochi passi dal Colonnato di San Pietro e fino all’Eur: le chiamate per eseguire interventi di messa in sicurezza sono davvero numerose. Le vespe, seppur con ritardo rispetto al 2022, hanno nuovamente nidificato anche nei luoghi pubblici “inseguendo” il percorso delle risorse alimentari come è accaduto per la colonia neutralizzata nella casa a Lunghezza, a 800 metri ( in linea d’aria) dal Polo Impiantistico di Rocca Cencia. «Lì è presente una discarica dove vi sono numerosi rifiuti e l’Orientalis è una vespa desertica abituata a superare i momenti complessi nutrendosi di tutto, pur di sopravvivere». Il timore, però, è che questi calabroni possano arrivare addirittura nelle campagne e distruggere il lavoro degli apicultori. «Il picco di questi insetti arriverà tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre, ma possiamo prevenire il fenomeno, soprattutto in vista della primavera 2024, attraverso le segnalazioni», sottolinea Lunerti.
«Se la Orientalis - prosegue - dovesse nidificare nei pressi di una azienda agricola sarebbe opportuno intervenire immediatamente per togliere i nidi altrimenti l’apicultore rischierebbe di perdere le famiglie preziose messe già a dura prova dai cambiamenti climatici e dai pesticidi». Per quanto riguarda i siti domestici, invece: «bisogna prestare attenzione alle intercapedini ed alle serrande perché sono i posti che prediligono di più. I nidi che stiamo rimuovendo sono, nella maggior parte dei casi, proprio nascondigli “cittadini”. Cautela, dunque, - conclude l’esperto Lunerti - quando si aprono le finestre: guardate sempre a distanza e tirate le serrande molto lentamente».
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