A Roma è vietato morire. Posti esauriti al Laurentino, cremazioni a numero chiuso e tra poco termineranno anche quelli riservati alle sepolture, gli unici ancora disponibili al Flaminio. L'allarme arriva dalla Feniop, la Federazione nazionale delle imprese delle onoranze funebri. «L'altra settimana siamo stati convocati da Ama al Verano - dice il delegato Alessandro Moresco - e ci è stato detto che d'ora in poi le salme che eccederanno le 200 alla settimana destinate ai forni e per le quali non è già in atto una pratica per l'autorizzazione, verranno interrate d'ufficio. Questo - avverte - vorrà dire che in breve tempo, visto che le esumazioni hanno accumulato un ritardo di dieci anni, andranno in tilt. Un disagio enorme per i cittadini».
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LA COMMISSIONE
Stamani per discutere la problematica del blocco del cimitero di Trigoria che ha contribuito - insieme all'aumento dei decessi per Covid e a una nuova sensibilità generale più favorevole alle cremazioni - allo stallo dell'intero sistema capitolino, si riunirà la Commissione Ambiente. «Nella migliore delle ipotesi - afferma il consigliere comunale Andrea De Priamo, di FdI - i campi di sepoltura ripristinati in fretta e furia serviranno a colmare il gap per un mese, un mese e mezzo.
IL RAID
C'è di più. Sarà un caso, ma pochi giorni dopo la riunione di martedì e la decisione di procedere con le sepolture d'ufficio, nella notte tra venerdì e sabato, un uomo si introduce negli uffici Ama del Verano, proprio quelli in cui giacciono le pratiche di autorizzazione delle cremazioni, e mette a soqquadro tutto dopo avere picconato gli accessi con una mazza prelevata da un magazzino interno. Non ha rubato nulla e per i carabinieri di Piazza Dante è quantomeno un «atto dimostrativo», in pratica un avvertimento. Una delle piste battute guarda proprio alla gestione delle cremazioni. Succede, infatti, che per le salme eccedenti quota 200 anche il trasferimento in un impianto fuori Roma (per esempio a Civitavecchia) diventa difficile, poiché anche lì non si possono ingolfare i magazzini parcheggiando bare per cui passano anche venti, trenta giorni prima del via libera del Comune di Roma. Che pure, quando le pratiche arrivano, il Dipartimento si sbriga, ma durante tutto il resto del tempo restano impantanate negli uffici del Verano. Forse qualcuno venerdì notte ha battuto un colpo per velocizzare il sistema, oppure, al contrario, ha lanciato un monito perché l'ingranaggio non riparta. Ma, allora, chi finirebbe per favorire il collasso dei cimiteri capitolini?