Fiumicino: in mostra al Museo delle navi le scoperte e gli scambi commerciali tra gli approdi di Fos-Arles e Portus dell'antica Roma

Sui 20 pannelli vengono confrontate le peculiarità dei due complessi portuali

La mostra al Museo delle navi
La mostra al Museo delle navi
di Umberto Serenelli
Venerdì 14 Ottobre 2022, 08:37 - Ultimo agg. 14:39
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Le caratteristiche geografiche dei porti dell’antica Roma di Fos in Francia e di Portus a Fiumicino in vetrina nel Museo delle navi all’aeroporto Leonardo da Vinci. Ha infatti aperto i battenti la mostra “Da un porto all’altro”, una sorta di viaggio nel Mediterraneo tra l’approdo di Arles e quello di Roma. Sui 20 pannelli vengono confrontate le peculiarità dei due complessi portuali corredati da cenni storici inediti, descritti con dovizia di particolari, a cui fa da cornice la capillare rete di scambi commerciali. Le strutture hanno caratteristiche molto simili perché entrambi costruiti alla foce di un fiume e legate anche dal curioso parallelo dei corsi navigabili artificiali: a Fos il canale di Mario, scavato dalle guarnigioni del generale Caio Mario nel periodo repubblicano, a Portus la Fossa Traianea che attraversa oggi Fiumicino e alimentava allora il bacino esagonale.

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DERRATE TRASPORTATE SUL RODANO

Come per il Tevere, utilizzato per trasportare le derrate nei magazzini di Roma Imperiale, l’approdo vicino a Marsiglia fu costruito allo sbocco del fiume Rodano dove si insediarono le colonie romane che smistavano gli approvvigionamenti, sfruttando l’asse fluviale, per i distaccamenti degli eserciti dislocati in Gallia, Germania e Inghilterra.

Il porto di Fos-Arles assunse un ruolo fondamentale per gli scambi commerciali dell’epoca e dalle province del Mediterraneo arrivavano navi cariche di merci che facevano tappa a Portus e poi raggiungevano l’insenatura di Saint-Gervais grazie alla sua privilegiata posizione geografica. Per le necessità della Roma di Augusto, che contava circa un milione di abitanti, è stato stimato che in un anno attraccavano ai moli di Portus circa 785 navi con una capacità di trasporto che oscillava tra 150 e 350 tonnellate ciascuna. Il rapporto commerciale tra Roma e la colonia francese accelerò con l’espansione dell’Impero e ciò viene confermato la richiesta di grossi quantitativi di grano provenienti dall’Egitto o del vino campano. Di quest’ultimo sono state rinvenute anfore sul fondale del Rodano.

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SCHIAVI, PIOMBO E RAME DIRETTI A ROMA

Nei due approdi confluivano dalla Spagna anche olive e salse di pesce. Di contro Roma riceveva schiavi dalla Gallia, lingotti di piombo e lastre di rame. «La mostra è il capitolo conclusivo di un progetto che ha coinvolto diversi enti francesi e inglesi oltre all’Università La Sapienza e il Parco archeologico di Ostia Antica e Portus – commenta Marina Lo Blundo, archeologa responsabile dei Porti Imperiali di Fiumicino -. Il lavoro si è incentrato sui due porti con studi dei suoli e confronti di carattere storico tra gli approdi. L’attenzione di questa mostra pone anche l’accento anche su quanto indossato quotidianamente dagli operatori portuali appartenenti ai diversi mestieri».

IL MESTIERE DEL “SACCARIUS”

Il riferimento è al “saccarius” che calzava sandali, una corta tunica fasciata in vita da una cintura e un copricapo. Lo scaricatore entrava in azione, dopo l’attracco in porto, sui sacchi di grano stipati nella stiva che venivano caricati sulle spalle, facendo ricorso a un gancio per sollevarli, e poi trasferiti nei magazzini. Oppure i “trasportatori di botti” che utilizzavano due pali per scaricarle cingendole con funi e sostenendosi un bastone molto utile durante il percorso di trasferimento. «Abbiamo inaugurato la mostra e lo stesso giorno festeggiato il primo anno di riapertura del Museo delle navi che è stato visitato da oltre 9mila persone», precisa Alessandro D’Alessio, direttore del Parco archeologico di Ostia Antica e Portus. 

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