Totò e il brand della discordia: siamo uomini o carte bollate?

Le pagelle della settimana di Vittorio Del Tufo

Totò
Totò
di Vittorio Del Tufo
Domenica 28 Aprile 2024, 08:48
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Il silenzio degli innocenti

Usura e racket a Napoli ovest, Comune e governo si costituiscono parte civile ma spicca l’assenza delle vittime, che hanno rinunciato a presentarsi in aula - come ha raccontato Leandro Del Gaudio su Il Mattino - per rivendicare il proprio status di «parti offese». Chi è stato costretto a cedere al ricatto dei clan, insomma, avrebbe scelto di disertare il processo. Nessuno si erga a censore: diceva Giovanni Falcone che non si può chiedere ai singoli cittadini di essere eroi. Ma è un silenzio che pesa, quello degli innocenti, e che fa male: perché il clima di omertà e paura rischia di vanificare gli sforzi di chi si batte ogni giorni per difendere la legalità.

5

Nuovo stadio: sì, forse, chissà

Il nuovo stadio a Bagnoli, almeno in tempi brevi, non ci sarà.

Per ora si punta sul Maradona, per il futuro chissà. Poche chance per De Laurentiis, il quale vorrebbe, fortissimamente vorrebbe, una “porzione” di Bagnoli per realizzare il nuovo impianto. Ma la bonifica richiederebbe tempi troppo lunghi e la città rischierebbe di perdere il treno per gli Europei del 2032. A Bagnoli potrebbe sorgere invece il nuovo centro di allenamento del Calcio Napoli. Insomma, zero a zero, per ora pareggio a reti inviolate. D’ora in avanti, però, è vietato buttare la palla in calcio d’angolo.

7

Certi amori non finiscono

Il grande pittore andaluso Diego Velázquez soggiornò a Napoli due volte nella sua vita, nel 1629-1630 e nel 1649-1651. Fu un grande amore, nel segno dell’arte che si rinnova, si espande e si contamina. Il genio del barocco torna in città con due capolavori in mostra alle Gallerie d’Italia fino al 24 luglio, l’Immacolata Concezione e San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos, provenienti dalla National Gallery di Londra. Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.

5

Bazzecole e pinzillacchere

Non pronunciate il nome di Dio invano, e nemmeno quello di Totò. È di martedì la notizia che in seguito a un’ingiunzione del Tribunale di Torino gli eredi del grande attore potranno bloccare l’utilizzo non autorizzato del nome di Antonio De Curtis, e della sua immagine, per fini commerciali e pubblicitari. Solo bazzecole, quisquilie e pinzillacchere? Non proprio: i diritti d’autore sono una cosa seria e valgono per ogni forma d’arte, e fa bene la famiglia a chiedere tutela. Ma il grande Totò appartiene a tutti, è patrimonio dell’umanità: siamo sicuri che il Principe della Risata non avrebbe reagito alle ingiunzioni in carta bollata da par suo: ovvero - appunto - con una sonora risata?

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