Abusi sessuali su un 12enne con problemi psicologici condannato prete

Trovati una serie di inequivocabili messaggi spediti dal sacerdote Livio Graziano

Abusi sessuali su un 12enne con problemi psicologici condannato prete
di Petronilla Carillo
Venerdì 25 Novembre 2022, 06:45 - Ultimo agg. 18:45
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Aveva consumato una violenza sessuale con un dodicenne della provincia di Salerno, ospite - tra giugno e settembre del 2021 - della comunità che gestiva, attraverso la cooperativa Eftá Apriti a Prata Principato Ultra in provincia di Avellino. Il ragazzino, di ritorno dal campo estivo, si era confidato con il padre il quale aveva poi trovato, sul cellulare del figlio, una serie di inequivocabili messaggi spediti dal sacerdote Livio Graziano.

Ieri per il prete di origini casertane è arrivata la sentenza di primo grado: una condanna ad otto anni di reclusione per violenza sessuale su minore.

Graziano dovrà anche provvedere al risarcimento nei confronti della vittima che verrà quantificato in sede civile. Il minore, ricordiamo, era difeso dagli avvocati Giovanni e Benedetta Falci. Il sacerdote dai legali Giampiero De Cicco e Gaetano Aufiero. 

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Furono proprio i genitori del ragazzino a presentare una formale denuncia e consentire, ad ottobre dello scorso anno, l’arresto del sacerdote pedofilo. Il piccolo, tra l’altro, era ospite di una comunità legata alla Locanda di Emmaus per alcune terapie psicologiche che il sacerdote pubblicizzava sul suo sito e nelle quali la sua famiglia aveva creduto per tentare di aiutare il figlio problematico. Don Livio, abbastanza inviso alle gerarchie ecclesiastiche, era stato allontanato dalla diocesi di Aversa e mai integrato in quella di Avellino. Qualcuno lo definiva un «santone», per altri era semplicemente un sacerdote-consulente di famiglie con adolescenti con difficoltà di relazione, di bulimia e anoressia. Graziano ha sempre respinto le accuse e i suoi legali hanno cercato di dimostrare l’impossibilità da parte del sacerdote ad avere qualsiasi tipo di rapporto sessuale. Tesi, questa, smontata dalla difesa di parte civile, ricordiamo rappresentata dagli avvocati Falci, i quali presentarono, in sede di denuncia, anche una folta documentazione ed elementi di prova a sostegno della gravissima accusa, tra i quali risultano dei regali, messaggi e tanto altro che il sacerdote avrebbe inviato al ragazzino, una volta tornato a casa. 

Sia il ragazzino che il padre, entrambi sentiti nel corso del dibattimento, hanno sempre confermato tutte le dichiarazioni fatte in sede di denuncia e di interrogatorio protetto (nel caso del minore) spiegando anche nei dettagli le attenzioni «morbose» ricevute dal dodicenne quella estate. Attenzioni che, secondo quanto riferito ai giudici in aula dai consulenti della difesa, avrebbero causato danni importanti nella vita del minore in quanto «il ragazzo non avrà mai più un rapporto naturale tra sesso e amore. Concetti che per il ragazzo appaiono irrimediabilmente confusi», avevano riferito. «Sono innocente, non ho mai avuto rapporti sessuali in vita mia» ha invece sempre dichiarato il sacerdote. 

Don Livio si presentava come un «ex obeso con problemi di bulimia» ed era riuscito a conquistare la fiducia di persone ammalate e di giovani con problemi di anoressia e delle loro famiglie. Quindi man mano la rete che aveva creato attraverso una serie di cooperative è cresciuta. Da anni operava nel settore della cura dei disturbi alimentari con la onlus «Eftà Apriti». Una struttura con centri educativi e di ascolto a Prata Principato Ultra, Bacoli, Afragola, Benevento, Parolise e Montoro. La Comunità Ama a Castel Volturno come la onlus Irpina sono anche convenzionate con il servizio sanitario nazionale.

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