Merce rubata nel capannone,
ricettatore condannato a due anni

Merce rubata nel capannone, ricettatore condannato a due anni
di Nicola Sorrentino
Martedì 10 Maggio 2022, 14:35
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Trovato e fermato con merce oggetto di una rapina, diventa definitiva la condanna a 2 anni di reclusione per un uomo di 56 anni, originario del Napoletano, con l'accusa di ricettazione. La Cassazione ha reso definitiva la condanna, dichiarando inammissibile il ricorso della difesa, che aveva lamentato come i giudici di secondo grado avessero ricostruito il fatto diversamente da quello realmente registratosi. Sottolineando, tra l'altro, come l'imputato non era ancora entrato nel possesso dei bein oggetto d'indagine. Dalla lettura delle due sentenze risulta che alle ore 14.45 dell'11 ottobre 2018, i carabinieri della tenenza di Pagani, a séguito di notizia confidenziale, fecero irruzione in un deposito di Angri dove si erano imbattuti in un uomo, proprietario dei locali, il quale, alla loro vista, aveva fatto cenno di allontanarsi a due persone intente a maneggiare alcuni scatoloni imballati mentre un terzo era intento a prendere appunti su un block notes; costoro, dopo un breve inseguimento, venivano fermati e, tra loro, era stato identificato anche l'attuale imputato. La merce, di varia natura e tipologia, era risultata frutto di una rapina consumata in un'area di sosta di Capua in quello stesso giorno, ed oggetto di denuncia da parte del titolare della ditta di trasporti presso la Polizia Stradale di Parma. Sempre secondo la ricostruzione operata nelle due sentenza di merito, l'imputato aveva sul momento ammesso di essersi recato presso il capannone per acquistare «un po' di roba».

«Sulla scorta di tale ricostruzione - spiega la Cassazione - i giudici di merito hanno ritenuto nonsoltanto la (in ogni caso incontestata) consapevolezza della provenienza delittuosa della merce ma, per altro verso, e per quanto interessa in questa sede, l'avvenuta e consumata sua ricezione da parte dell'odierno ricorrente sorpreso a maneggiare gli scatoloni».

E ancora, «i giudici del gravame di merito hanno infatti spiegato che "l'imputato veniva sorpreso in un capannone adibito a deposito, nel quale si trovava la merce provento di rapina, che egli assieme ad altre due persone era intento a disimballare e catalogare, dandosi poi alla fuga a séguito della segnalazione da parte del proprietario del capannone. E che la relazione del prevenuto con la merce, espressa nella condotta di liberare la stessa dai cartoni per impedire di individuarne la illecita provenienza ed al contempo a catalogarla, costituisce estrinsecazione della condotta tipica di ricettazione contestata in rubrica». 

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