Estate 2023, i passi indietro del Cilento «Servizi carenti»

Stagione deludente e cali di presenze

Cilento
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di Gigi Di Fiore
Giovedì 31 Agosto 2023, 08:42 - Ultimo agg. 1 Settembre, 08:06
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Il Cilento, geograficamente Alto e Basso senza differenza, si lecca le ferite di una stagione turistica deludente. Secondo stime provvisorie, il calo di presenze è stato del 25 per cento. E qualche operatore ha coniato aggettivi: giugno «incoraggiante», luglio «preoccupante», agosto «altalenante». Certo, non sono località da riflettori internazionali come la Costiera sorrentino-amalfitana o Capri, ma dopo l'illusione del post-Covid con tante presenze «di prossimità» legate alle limitazioni sanitarie che bloccarono i viaggi internazionali, ci si accorge che qualcosa non va, in un territorio con tre siti Unesco, storia antica e 13 comuni premiati con la Bandiera blu.

L'estate 2023 è un campanello d'allarme, potrebbe spingere a ripensare il futuro di quest'area turistica campana che ha vissuto di illusioni e speranze negli ultimi anni, cullandosi dietro il leit motiv del mare limpido, moltiplicando stabilimenti balneari e rendite di case private, prive di manutenzione, fittate ad agosto fino a 4500-5000 euro. Può essere il turismo estivo solo sfruttamento passivo della risorsa mare, senza sforzo aggiornato e continuo di accoglienza professionale, investimenti sulle strutture e i servizi, politiche di prezzi controllati, offerta culturale-gastronomica che esprima realmente il territorio? Ammette Agostino Ingenito, presidente provinciale dell'associazione delle strutture di accoglienza extra-albeghiere: «In Cilento solo l'85 per cento di strutture sono state occupate a Ferragosto. Si è rivista la competizione turistica internazionale, occorre un programma di promozione e sviluppo».

Era il settembre 1957 quando il Cilento si affacciò sulla scena turistica internazionale. Cilento allora faceva rima con Palinuro, frazione marina del comune di Centola, scelta dal Club Méditerranée.

Il villaggio fu inaugurato allora, con bungalow, animazione e servizi centralizzati per turisti in arrivo dalla Francia. La «Settimana Incom» del 14 settembre 1957 scriveva: «A Palinuro è nato un villaggio polinesiano». Si creò una piccola stazione ferroviaria a Caprioli, frazione del comune di Pisciotta, oggi in disuso, per i turisti prelevati dai pulmini del Club; si avviò una tradizione naturista sulla spiaggia chiamata «del troncone» nel comune di Marina di Camerota, dove i turisti che lo desideravano venivano portati da barconi per godersi il sole senza costume. Per più di vent'anni, nei tour internazionali il Cilento si identificava con Palinuro e il Club. Poi, le gelosie tra i proprietari terrieri dell'area, le speculazioni edilizie selvagge su quel territorio, la vita notturna sempre più aggressiva negli storici locali «Ciclope» prima e «Lanternone» poi. Il Basso Cilento, quello più vicino alla Basilicata, si ubriacò di illusioni, prigioniero della sua primogenitura sugli altri comuni soprattutto dell'Alto Cilento e il veleno di frizioni politiche tra sindaci che trovavano sfogo e palestra di rivalità nella conquista di potere sulla gestione del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano fece il resto.

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Dice Antonio Ilardi, presidente di Federalberghi provinciale: «La stagione estiva non è stata esaltante. Molti turisti hanno scelto l'estero, altri hanno rinunciato alla vacanza per le difficoltà economiche. Sono lontani i numeri di un anno fa».

La riscossa dell'Alto Cilento partì da Pollica con le sue frazioni marine di Pioppi e Acciaroli. Partì da un sindaco come Angelo Vassallo, che interpretò bisogni e necessità della sua terra controllata dall'influenza, come avviene anche in altre parti del Cilento, di due-tre famiglie di notabili di fatto. Vassallo si inventò un mai provato soggiorno di Hemingway ad Acciaroli, facendolo diventare brand turistico. Puntò sul recupero del porto turistico, sul mare pulito e su un altro brand diventato oggi un logorato refrain: la dieta mediterranea. Cibo e vita sani, prodotti coltivati in prossimità, vino locale, preferenza per l'alimentazionea base di pesce, frutta e verdura. L'occasione fu la scelta del biologo americano Ancel Keys di fermarsi a Pioppi dove elaborò la sua teoria sulla piramide alimentare e le doti benefiche di un'alimentazione che da sempre è parte dell'intero Cilento, come di altri Paesi del Mediterraneo. Pioppi patria della dieta mediterranea, per la presenza della casa di Keys. E fu un altro brand turistico.

E intanto nel 1981-82 il Club Med di Palinuro chiuse. La frantumazione delle proprietà sui 150mila metri quadri di quell'area bloccò il rinnovo del fitto e la conferma del Club, poi smantellato definitivamente nel 2012. Miopia e addio al turismo internazionale? Probabilmente scarsa visione, egoismi, rivalità familiari e territoriali. Lo ha sostenuto di recente anche la scrittrice Luisa Cavaliere, che da anni vive a Castellabate ed è stata spesso organizzatrice di eventi culturali in comuni cilentani: «Nel Cilento non si fa rete, le rivalità dividono sindaci e comuni». Ed è vero, rivalità che hanno spesso per traguardo la gestione del Parco naturale, in grado di influenzare le politiche turistiche verso l'una o l'altra zona cilentana. Negli ultimi anni, il boom di presenze, concentrate sempre ad agosto, l'ha registrato l'Alto Cilento, con Pollica-Acciaroli. Un'area, purtroppo è triste ma non può essere taciuto, con notorietà aumentata dopo l'uccisione il 5 settembre di 13 anni fa, con inchiesta giudiziaria ancora in corso, del sindaco Vassallo. Pollica è identificata assai spesso come «il paese del sindaco assassinato». E vive di rendita, puntando soprattutto su mare pulito e dieta mediterranea. Di recente, il sindaco Stefano Pisani ha voluto difendere soprattutto la qualità del mare di Acciaroli, preoccupazione prioritaria che conferma la tendenza, rischiosa per l'intero Cilento, di appiattire l'offerta turistica sull'area costiera che poi significa turismo di massa, spesso caos negli oltre 17 stabilimenti balneari concessionari, tra Pollica e la vicina San Mauro Cilento. Ed è allarme quando il mare si scolora per fenomeni da interpretare, o si scopre, come nei giorni di Ferragosto ad Ascea, un batterio assassino di pesci, trovati morti sulla spiaggia. Ma la sveglia di quest'anno fa capire che la passività sull'offerta turistica non paga. Dice Claudio Pisapia, segretario nazionale di Federcomtur: «Ad agosto cali di presenze del 40 per cento. Troppe scelte sbagliate, che hanno bruciato soldi nati per fare promozione e accompagnare le imprese».


(1 - continua)

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