Ex cinema Astra, ultimo atto:
«Niente case, ospiterà turisti»

Ex cinema Astra, ultimo atto: «Niente case, ospiterà turisti»
di Giovanna Di Giorgio
Martedì 5 Febbraio 2019, 16:00
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L'unica certezza è che non tornerà più a essere un cinema. Gli ampi locali che un tempo ospitavano l'Astra, in via Torretta, potrebbero diventare una struttura a destinazione turistica. O, almeno, è questa la speranza di uno dei proprietari dello stabile, l'architetto Vincenzo Adinolfi. Che, tirando fuori dai cassetti della memoria ricordi sbiaditi e simpatici aneddoti, rievoca i tempi in cui la sala cinematografica da circa 400 posti attirava i salernitani amanti di film d'essai. Dal Satyricon di Fellini a Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, passando per La proprietà non è più un furto di Petri: di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, per l'Astra, ne sono passate un bel po'. Fino a quando, nel 1992, insieme al Metropol e al Mini, chiuse i battenti. Ma mentre la struttura che ospitava questi ultimi due è stata stravolta nella sua essenza e nel suo aspetto diventando, non senza polemiche, la sede di un brand internazionale quale è la Benetton, il cinema Astra è rimasto nell'abbandono.
 
Incomprensioni legate per lo più a questioni di eredità, pare, di fatto hanno lasciato l'Astra alla mercé del tempo e dell'incuria. Per giunta, in pieno centro. Perché basta gettare lo sguardo nella corta traversa che dà sul corso Vittorio Emanuele, all'angolo della libreria Feltrinelli, per rendersi conto dello stato in cui versa l'imponente stabile. «Quando una struttura viene chiusa e non è vissuta, si deperisce», spiega Adinolfi. Che ricorda anche gli atti vandalici ai quali negli anni l'ex sala cinematografica è stata esposta. Nonché i furti subiti: «Tra le altre cose che sono state sottratte, ricordo la locandina del primo film sonoro italiano, La canzone dell'amore di Righelli». Una pellicola del 1930. La storia dell'Astra, infatti, affonda le radici proprio in quegli anni. Era il 1920 quando nonno Vincenzo, che a Salerno aveva già fatto l'esperienza del café chantant presso il Vittoria e in America aveva tentato fortuna come impresario teatrale, decise di dedicarsi al cinema. Tradizione portata avanti dalla famiglia Adinolfi che di sale cinematografiche, in città, ne ha avute quattro di proprietà: Vittoria, Metropol, Astra e Mini. «Ma c'è stato un momento in cui avevamo in fitto anche il Capitol, l'Augusteo e l'Apollo», racconta Vincenzo junior. Che, da architetto, grazie all'attività di famiglia, nella realizzazione e ristrutturazione di cinema e teatri è diventato un esperto quotato in tutta Italia e ha firmato il recupero, tra gli altri, del teatro Regio di Parma e del Sannazzaro di Napoli. Le sale arrivarono un po' alla volta nella loro disponibilità. L'Astra fu acquistato nel 1953 dai Rizzo, che a loro volta lo avevano comprato dalla famiglia Rago, la stessa di quel Lorenzo, sindaco di Battipaglia, scomparso misteriosamente nel corso dello stesso anno. All'epoca si chiamava Nuovo cinema Elisa ed esisteva da circa vent'anni. La sua apertura risale infatti ai primi anni '30. Benché avesse anche un discreto palcoscenico e si prestasse a essere utilizzato come teatro, calcato tra gli altri da Giacomo Rondinella negli anni '50, l'Astra fu usato principalmente come cinema.

Ma quale sarà il suo futuro? Di certo, quale che sia il destino dell'Astra, «stiamo già mettendo in sicurezza i locali», tranquillizza Adinolfi. Che puntualizza anche: «La struttura non sarà trasformata in appartamenti». L'idea, infatti, è di tutt'altra natura: «La speranza è che diventi una struttura a destinazione turistica», spiega. Struttura sempre di proprietà della famiglia: «Non vogliamo vendere lo stabile», precisa. Ma sa bene, l'architetto, che non sarà cosa semplice trovare qualcuno che la affitti e la rimetta in sesto. Già un tempo si pensava di metterci all'interno un grande magazzino, ma la viabilità costituì un limite. Al contrario, la centralità dello stabile sarebbe un vantaggio per un eventuale contenitore turistico.
 
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