Clan a Scafati, Dda vince ricorso
in Cassazione: in 2 rischiano il carcere

Clan a Scafati, Dda vince ricorso in Cassazione: in 2 rischiano il carcere
di Nicola Sorrentino
Sabato 3 Settembre 2022, 16:27 - Ultimo agg. 20:38
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SCAFATI. Estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso, la Cassazione accoglie i ricorsi della Dda di Salerno e annulla l'ordinanza del Riesame di scarcerazione per un uomo di Scafati e un altro di Castellammare di Stabia. Per entrambi, il gip a novembre 2021 firmò il carcere che il Riesame aveva annullato poi un mese dopo. Ora gli atti tornano al tribunale di Salerno per una nuova valutazione, che rischia di far finire i due in carcere. Sullo sfondo c'è la maxi indagine sul clan Matrone a Scafati.

Trentadue furono le persone coinvolte e accusate a vario titolo di estorcere pizzo agli imprenditori. Per 22 di loro c'è il rito abbreviato.

Secondo le accuse, lo scafatese avrebbe provveduto a riscuotere, per conto del clan, le somme richieste alle vittime, con gli elementi investigativi raccolti che avrebbero poi fatto riferimento anche ad un'altra estorsione. «L'attendibilità intrinseca ed estrinseca delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia anche all'indirizzo di F. non è stata messa in dubbio dal tribunale: da tale valutazione potrebbe conseguire l'affermazione che F. , in quanto soggetto cui il sodalizio di tipo mafioso di riferimento aveva affidato la riscossione delle somme richieste ai titolari degli esercizi commerciali operanti nel territorio assoggettati ad estorsione, avesse riscosso anche quanto richiesto alla vittima di altra estorsione» scrive la Cassazione.

Anche per un secondo imputato il ricorso della Dda è stato accolto. In questo caso, l'uomo - napoletano - era ritenuto «soggetto di riferimento a cui era affidata la gestione di tutte le estorsioni perpretrate in danno degli esercizi commerciali operanti nel territorio, oltre che l'incarico di conseguire il controllo assoluto delle attività di gioco praticato con le slot. Quest'ultimo elemento sembra essere stato valorizzato contraddittoriamente e con manifesta illogicità dal Tribunale». E ancora: «Il Riesame ha concluso apoditticamente che nessun elemento concreto consentiva di ricollegare D.M. come mandante per conto del sodalizio di appartenenza per le estorsioni e soprattutto un'azione criminosa era stata perpetrata da soggetti estranei al sodalizio stabiese». 

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