Una collezione “stravagante” ed “impegnativa” che nasce da una passione, quella per una delle più grandi artiste italiane: Raffaella Carrà. È iniziato per gioco ma, con dedizione e pazienza, Giovanni Gioia e Vincenzo Mola hanno composto un guardaroba di oltre 350 abiti scelti e indossati dalla “Raffa” nazionale durante le trasmissioni Rai. Entrambi salernitani, dal 18 al 24 giugno esibiranno la loro collezione durante la mostra “Com’è bello far la moda”, organizzata per gli ottant’anni della soubrette, nell’ambito del Lucca fashion weekend.
Gli abiti scelti per l’esposizione, sono stati realizzati tra il 1978 e il 2008 rispettivamente per il programma “Ma che sera” e la IV edizione di “Carramba che Fortuna”. Disegnati da grandi professionisti del mondo dello spettacolo come Corrado Colabucci, Luca Sabatelli, Graziella Pera e Gabriele Mayer, rappresentano un patrimonio culturale ed artistico che racconterà ai visitatori la storia del costume della televisione e lo stile del personaggio Carrà nel suo l'impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia.
«Sono stato sempre affascinato dalla Carrà e da sempre ho collezionato i suoi dischi, le riviste che parlavano di lei e i gadget. Nel 2009, ad un raduno internazionale dedicato proprio a Raffaella, che si teneva a Roma, ebbi modo di visitare la sartoria che realizzava i suoi costumi e così mi venne l’idea di iniziare una collezione che fosse unica, come unici erano gli abiti che lei aveva indossato - spiega Giovanni Gioia - Coinvolsi, quindi, in questo mio progetto, il mio amico Vincenzo Mola che in un primo momento pensò fossi impazzito, ma poi, l’idea di una raccolta unica e spettacolare lo ha condotto ad una condivisione piena e totale». «Il nostro scopo è principalmente quello di conservare e preservare dei capolavori sartoriali per far conoscere la storia del costume della televisione attraverso lo stile di una icona del varietà televisivo, ma soprattutto quello di approfondire la conoscenza di un’artista che ha rivoluzionato la televisione - commenta invece Vincenzo Mola - La sua arte, ma anche i costumi che ha indossato hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti noi fans».
I due collezionisti, però hanno anche un altro sogno nel cassetto. «Ci piacerebbe poter realizzare un libro fotografico dove poter illustrare i particolari di quegli abiti che hanno fatto lo stile di Raffaella e per questo siamo alla ricerca di un fotografo e di un editore che vogliano condividere questo progetto - spiegano - speriamo anche di riuscire a coinvolgere qualche amministrazione o qualche privato che ci permetta una esposizione permanente di questi 350 abiti per non dimenticare un’artista che ha avuto la capacità di influenzare i costumi sociali».
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