Sindaco e cittadini non vogliono la moschea: braccio di ferro a Eboli

Sindaco e cittadini non vogliono la moschea: braccio di ferro a Eboli
di Francesco Faenza
Giovedì 28 Luglio 2016, 07:52 - Ultimo agg. 07:57
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 Eboli Hanno trovato i locali, hanno raccolto i soldi. Ora vogliono la moschea. Più grande, più bella, più capiente. La nuova struttura sorgerà accanto all'asilo comunale. Il luogo di preghiera islamica nascerà in un capannone di 700 metri quadrati, nel centro di Santa Cecilia. La comunità musulmana pagherà 600mila euro. Il prezzo chiesto dal proprietario italiano non spaventa i discepoli di Allah. Gli islamici hanno i soldi. Da dove arrivino, non si sa. Sono pronti a comprare il capannone, vogliono aprire la nuova moschea. C'è una novità. Il centro religioso non sarà solo un luogo di culto. Si pregherà, certo, ma nel capannone verrà insegnato il Corano ai bambini. Accanto ai capannoni chiusi, poi, c'è un cortile per le attività ricreative.

Il salto di qualità è pronto. I marocchini di Santa Cecilia diranno addio alla vecchia moschea, sistemata in un garage angusto, insufficiente a ospitare tutti i musulmani della zona. Nel periodo del Ramadan sono almeno 70 i marocchini che, ogni giorno, raggiungono la moschea. Vengono per pregare, ma lo spazio è insufficiente. La raccolta fondi è stata rapida, l'entusiasmo è cresciuto. Il proprietario del capannone ha fiutato l'affare: «Datemi 600mila euro e i locali sono vostri». La nascita della nuova moschea scuote le stanze a palazzo di città. Il sindaco Cariello è preoccupato. Insieme al consigliere comunale Peppe La Brocca, il primo cittadino si è precipitato a Santa Cecilia. I due politici hanno incontrato i nove capi religiosi della zona. Cariello e la Brocca hanno chiesto ai musulmani di trovare un'altra sede, lontano dal centro di Santa Cecilia, lontano dall'asilo frequentato dai bambini cattolici, lontano dai palazzi e dai residenti cristiani. I musulmani hanno chiesto al sindaco un immobile alternativo. L'alternativa non c'è.

La trattativa è a un punto di stallo. Il primo cittadino non può negare le attività di culto alla comunità musulmana. Potrebbe sollevare una questione di ordine pubblico, per bloccare l'inaugurazione della moschea. A parole sembra facile. Nei fatti, sarà una crociata complicata. Gli attacchi terroristici che colpiscono da diversi giorni la Francia e la Germania rendono incandescente il clima a Santa Cecilia. I residenti si sentono assediati, hanno paura. Se è vero che la maggioranza dei marocchini è riuscita a integrarsi, trovando un lavoro e una casa dove vivere, è altrettanto vero che una minoranza di musulmani vive dei proventi dello spaccio di droga e della sfruttamento della prostituzione, vive di risse e di serate moleste. La moschea verrà gestita da un'associazione culturale. Chi si nasconde dietro, è il tarlo che assilla gli ebolitani.

I capi religiosi hanno mostrato al sindaco i nomi di chi ha donato il denaro per comprare il capannone. Cariello, la sua maggioranza e i residenti sono scettici. L'unico che non sembra spaventato è il sindacalista della Cgil, Anselmo Botte: «I problemi della comunità marocchina sono altri. Andate a vedere in che condizioni vivono all'ex Apoff». Botte condanna anche il caporalato e il lavoro nero, due piaghe che vedono gli italiani come protagonisti. La nuova moschea, secondo il sindacalista della Cgil, è un segnale di civiltà e di integrazione. Pensiero isolato.
 
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