Eboli, esplode la protesta tra i residenti di via Grataglie: «Stop ai tir nelle ore di punta»

Il traffico di mezzi pensanti si è intensificato e la manutenzione della strada comunale si risolve con qualche toppa qui e lì.

I tir in via Grataglie
I tir in via Grataglie
di Laura Naimoli
Martedì 6 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 10:55
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Stop ai camion nelle ore di punta ovvero, in concomitanza con l’entrata e l’uscita dei ragazzi da scuola. Esplode così la protesta dei residenti di Grataglie, a Eboli, dopo i frequenti ingorghi che si creano a causa del passaggio di camion insieme che, nei giorni scorsi, hanno paralizzato il traffico veicolare, costringendo ben sette auto a fare retromarcia per sbloccare la situazione.

Rispetto alla possibilità di arginare i danni di una frana in atto da circa un anno, la rassegnazione inizia a farsi strada tra i residenti che, comunque, non intendono tacere sui disagi provocati da enormi camion che a stento riescono a transitare su una stradina di campagna che non riesce a reggerne il peso né a contenerne l’ampiezza. «Ormai siamo al limite - commenta Antonio Altieri, residente nel quartiere dai primi anni ‘80 – da tanti anni e dopo innumerevoli incidenti, attraversando diverse amministrazioni, via Grataglie è diventata una pericolosissima strada dove ogni giorno insieme al traffico veicolare dei residenti, si assiste al transito di automezzi di trenta tonnellate ed oltre diretti presso il biodigestore del locale allevamento di galline ovaiole. Nessuna manutenzione del bordo strada, nessun marciapiede e diventa rischioso in alcuni punti il semplice camminare. Quando dovremo aspettare ancora per avere il diritto di percorrere in sicurezza via Grataglie?».

In quarant’anni nulla è cambiato anzi, le cose sono addirittura peggiorate. Il traffico di mezzi pensanti si è intensificato e la manutenzione della strada comunale si risolve con qualche toppa qui e lì.

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Il quartiere però è cresciuto e molti sono gli studenti che rincasano, dopo la scuola, anche a piedi. «Questa amministrazione non riesce nemmeno a vigilare sulla sicurezza dei cittadini - dichiara il consigliere Emilio Masala, che abita nel quartiere – ora ci faremo sentire davvero. Non possiamo aspettare di piangere il morto». 
 

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