Mariamichela Sansone: «La mia cucina ha il sapore della poesia»

Ritorno in Cilento dopo otto anni sulle navi da crociera: ha aperto un'osteria tipica

Mariamichela Sansone
Mariamichela Sansone
di Antonio Corbisiero
Mercoledì 27 Settembre 2023, 07:37
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Mariamichela Sansone (due nomi in uno solo) ha sempre creduto che il nome possa condizionare la persona alla quale viene dato. «Teoria che trova conferma nella mia storia -  dice la ventottenne imprenditrice cilentana - a 20 anni ho lasciato casa per inseguire il sogno di lavorare a bordo delle navi da crociera. Ho iniziato come receptionist, in quasi cinque anni ho attraversato i mari, Mediterraneo, Baltico, Pacifico, immergendomi in altre culture. Per un breve periodo ho avuto casa a Tamatave, cittadina del Madagascar, mi ero inserita bene nella comunità locale, mi chiamavano "vasà gasy", la straniera di origine malagasi. Stavo facendo carriera, ma quando mi è arrivata la promozione a sottufficiale, all'improvviso ho capito che non era quello che volevo, ho preso un periodo di congedo e non sono più tornata a navigare».

Eccola a Castelnuovo Cilento, felice; un ritorno dettato, all'inizio, più dalla voglia di ritrovare la libertà che le sue radici. «Ho riscoperto i paesaggi e i profumi della mia terra, inconfondibili svela - Mi vedo con gli amici, vecchi e nuovi, ho il tempo di dedicarmi alle mie passioni, il canto e la scrittura creativa, insieme a mio fratello Antonio gestiamo il Bar Tabacchi Sansone, prima licenza storica concessa dal monopolio al Comune di Castelnuovo Cilento.

Lui è laureato in lingue ma ha deciso di portare avanti la piccola azienda di famiglia, mi ha convinto a restare, siamo ora un punto di riferimento per tutto il paese».

I piccoli borghi sono a rischio spopolamento, Mariamichela si pone come presidio di resistenza ed esempio che, come indica Filippo Tantillo, già responsabile scientifico del Comitato tecnico aree interne, nel suo saggio-diario di lavoro-reportage "L'Italia vuota" (Laterza editore, 2023), dove un ampio spazio è dedicato al Cilento, è possibile ricostruire le comunità partendo dal basso, dalle persone, «dalla vivacità e voglia di riscatto dei giovani - avverte l'ex responsabile scientifico del Comitato tecnico Aree interne - che non vedono la necessità di andare nelle città, ma di dare luogo ad attività legate al territorio». Però anche gli amministratori devono fare la loro parte, anche se spesso rema contro la burocrazia, afferma Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo, che porta l'esempio della battaglia a suon di carte che sta facendo per assegnare un terreno per usi civici ad un giovane che vuole aprire un maneggio. «Noi sindaci faremo sentire la nostra voce e batteremo i pugni sul tavolo per chiedere con forza al governo di occuparsi dei giovani», ribadisce, guardando con favore a progetti innovativi come quello recente di Mariamichela.

Con la famiglia, infatti, ha dato vita, nella frazione Velina, all'Enogastronomia Cuocicore, una piccola osteria con menù rigorosamente cilentano e pietanze preparate proprio come le faceva la nonna. «Non mi sono mai pentita della scelta di tornare a casa sostiene la Sansone - Ho investito su me stessa e conto ancora di farlo, non soltanto per una mia crescita personale ma per poter contribuire con un apporto significativo alla collettività cilentana. Sento che le mie radici sono abbastanza profonde da poter far crescere un albero solido e robusto che un giorno darà i suoi frutti. Cuocicuore nasce da un'idea di mio padre Giuseppe, di mio fratello e della sua compagna Rossella. Loro hanno immaginato un modo per tramandare la cultura del gusto cilentano, come una palestra per il palato che a volte va rieducato e riportato alla sana nutrizione di un tempo. Io e mia madre abbiamo contribuito alla realizzazione del progetto. Insieme abbiamo ricreato un'atmosfera unica, sui muri dell'osteria sono stati dipinti a mano i versi dell'indimenticabile Giuseppe Liuccio, tutti in dialetto cilentano. Il nome dell'osteria lo abbiamo preso in prestito da una sua poesia che narra la storia di una madre che vizia il figlio cucinandogli con amore i suoi piatti preferiti. I clienti per noi sono come i figli da viziare, coccolandoli col caldo abbraccio della nostra cucina genuina».
 

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