Nadia Baldi al Campania Libri: ​«L'arte salva i giovani»

L'attrice e regista presenta al Festival uno spettacolo su Calvino: in scena undici attori under 30

Nadia Baldi
Nadia Baldi
di Erminia Pellecchia
Domenica 24 Settembre 2023, 09:16
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«Le Cosmicomiche» è una raccolta di dodici racconti, scritti da Italo Calvino tra il 1963 e il 1964. Storie umoristiche e paradossali relative all'universo, all'evoluzione a tempo e spazio, che Nadia Baldi, artista salernitana che spazia dalla recitazione alla regia, dal teatro al cinema, dall'insegnamento all'organizzazione di manifestazioni, ha riletto e messo in scena nell'omonimo spettacolo che debutterà, il 6 ottobre a Napoli; protagonisti undici giovani attori.

Scenario è Palazzo Reale, sede della due giorni (start il 5) di Campania Libri Festival, la kermesse letteraria curata dal filosofo Massimo Adinolfi e organizzata da Fondazione Campania dei Festival (tra le sinergie virtuose Salerno Letteratura, Giffoni Film Festival e Fondazione Gatto) che dedica la seconda edizione a Calvino nel centenario della nascita.

Baldi un 2023 intenso per lei. Sarà anche presente al Festival di Roma.

«Con "Shakespea Re di Napoli", pluripremiato spettacolo di Ruggero Cappuccio.

In scena da 30 anni, la storia del poeta e drammaturgo inglese che a a Napoli incontra l'adolescente Desiderio e lo rapisce facendo di lui un grande interprete di Ofelia, Giulietta e Lady Macbeth, si concretizza nel film che dirigo con Ruggero, a cui mi lega un lungo sodalizio artistico».

Alessandro Preziosi è Desiderio adulto, la ricerca di Desiderio ragazzo si è presentata, invece, molto complessa.

«Mi sono persa in un mare di audizioni. Poi, durante a un sopralluogo alla Reggia di Portici, ecco Emanuele Zappariello. Incontro che meriterebbe un film a parte, era Desiderio in carne e ossa».

I giovani sono nel suo cuore. Anche "Segreti d'Autore", il festival che dirige nel Cilento, era rivolto in gran parte agli under 30.

«È vero. Non solo hanno avuto la possibilità di fare domande a grandi protagonisti dello spettacolo, ma hanno partecipato alla masterclass con Marco Bellocchio e sono stati interpreti di uno spettacolo teatrale, frutto di un mio laboratorio. Penso che i giovani, immersi nel silenzio e nella creatività, diventino creature spirituali. Lavorare fuori dalle realtà virtuali, fuori da ogni sollecitazione inquinante, li ha ricongiunti a se stessi. L'arte è il rifugio dell'anima, l'arte riesce a renderti libero, in una società che vuole invece solo macchine da prestazione, numeri, effetti speciali. La disumanizzazione è la nuova peste e noi adulti abbiamo l'obbligo di tutelare i ragazzi».

Mission anche per il 2024?

«Da tempo con Ruggero ci dedichiamo al sociale, cerchiamo di seminare. Da 3 anni abbiamo creato una scuola di cinema per ragazzi a Valle Cilento, grazie al regista Renato Salvetti che segue il progetto con Marina Sorrenti e Franca Abategiovanni. E teniamo duro anche quando si presentano difficoltà. La vera missione che possiamo mettere in campo con il nostro sapere è l'ascolto e il cammino che possiamo donare ai giovani. Nel mio spettacolo a chiusura di Segreti, oltre agli attori under 30, ho coinvolto alcuni ragazzi del posto che hanno sperimentato la possibilità di essere "tecnici del suono " Un'esperienza indimenticabile».

A proposito, come è andata questa tredicesima edizione?

«Devo dire che l'esperimento settembrino è stato davvero felice, sia per la numerosa partecipazione, sia per la "qualità " del pubblico. Circa 5.000 persone, tanti provenienti da tutta Italia, in un borgo che conta 75 abitanti. Tutto il paese è stato travolto dall'entusiasmo degli artisti e si è messa in moto un'economia preziosissima per il territorio. É piaciuta la formula delle passeggiate, stiamo valutando l'ipotesi di settembre anche per l'anno prossimo, è un mese scelto da chi può concedersi una vacanza culturale e all'insegna della natura».

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Al successo del festival ha contribuito la presenza di Bellocchio e Guanciale?

«Certo, ma c'è qualcosa di particolare che va oltre l'evento e che difficilmente accade in altre situazioni, in altri posti. Qui si creano emozioni, l'artista si racconta e non si esibisce, si svela l'uomo, i suoi sentimenti, il pubblico si sente coinvolto in una bolla emotiva. É la magia di Valle Cilento, del paesaggio, di palazzo Coppola che è un piccolo gioiello. Restano tutti estasiati dall'affascinante silenzio di questo luogo e poco alla volta si lasciano andare. Il giorno della partenza il loro grazie passa attraverso gli occhi la loro emozione trova una nuova casa qui».
 

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