Salerno, in scena “bastimento Napoli”
lo spettacolo sulla musica partenopea

Salerno, in scena “bastimento Napoli” lo spettacolo sulla musica partenopea
Giovedì 7 Luglio 2022, 15:20
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Terzo appuntamento per la II edizione di “Salerno classica”, che venerdì 8 luglio alle ore 21, inaugura la sua estate. Questa terza serata, che saluterà protagonisti “l’Ensemble lirico Italiano” diretto da Francesco D’Arcangelo con il soprano Annalisa D’Agosto, la chitarra e la voce popolare di Fernando Galano, l’attore Sergio Mari e la ballerina Alessandra Ranucci, ha come titolo Bastimento Napoli, uno spettacolo di musica e parole scritto a quattro mani da Sergio Mari e Fabio Marone, con gli arrangiamenti di Giovanni Liguori.

Bastimento Napoli guidato dalla sirena partenope sarà un excursus nella storia della tradizione napoletana attraverso le pagine più amate e anche poco conosciute della nostra tradizione musicale. La canzone napoletana esplorata in ogni suo aspetto, dalla teatralità e passionalità alla capacità di adattarsi alle esigenze di mercato,sarà dunque la protagonista induscissa dell'evento. La canzone, “porosa” come la città – per dirla con la definizione che Benjamin coniò per Napoli -, ha assorbito tutto, riuscendo a rimanere in fondo se stessa.

Malgrado sia stata contaminata, nel tempo, da sonorità appartenenti ad altre culture e ad altri generi musicali, la melodia napoletana è riuscita a conservare un suo codice di riconoscimento, che la rendeancora oggi inconfondibile. “Tu m’aje prommiso quattro moccatora…”è questo il più antico frammento di canzone napoletana che ci è pervenuto, risalente alla fine del 1200. E’ questo il canto delle lavandaie del vomero che Pasolini fa risuonare nelle strade della città partenopea.

Nel viaggio tra lenote incontreremo anche Donizetti e la tarantella "Cicerenella" passando poi per “I’ te vurrìa vasà” e “O surdato ‘nammurato”. In un ponte tra passato e presente si farà un salto nell'epoca di “’O sole mio” per giungere fino al grande Pino Daniele. La stagione della canzone napoletana è sembrata tante volte esaurita. Invece, quel misterioso e sfuggente Dna, ogni tanto ricompare, nelle canzoni dimostra la vitalità di una tradizione inesauribile, ed ecco che fra un’antica villanella di Velardiniello e la canzone di Pino Daniele passano più di quattrocento anni eppure, se provate a canticchiarle vedrete  che sono figlie della stessa madre. Dal mare nascono e al mare ritornano, infatti, le note di questo concerto, che abbracciano la tradizione popolare, la “poesia cantata” del repertorio d’autore, completata dalla memoria sonora collettiva con il vigore ritmico e l’aggressività espressiva che sa trasformarsi in danza e nella eterna sfida del popolo partenopeo alla vita.

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