Salerno, esame di maturità: petizione al ministro per chiedere di cambiare le modalità

La richiesta parte da Salerno: commissione composta da docenti interni e un revisore super partes come presidente

Studenti all'esame di maturità
Studenti all'esame di maturità
di Gianluca Sollazzo
Martedì 19 Dicembre 2023, 06:30
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Un esame di stato riformato, nuovo. Commissari solo interni che conoscono gli studenti. Un presidente che non sia un preside bensì un semplice supervisore esperto in docimologia. C’è questo ed altro ancora nella proposta di revisione dell’Esame di maturità avanzata da docenti salernitani con esperienza ultradecennale. L’iniziativa nasce dalle “criticità” dell’attuale formula dell’esame di Stato. Da qui l’avvio di una petizione con tanto di missiva indirizzata al ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. È la battaglia tutta salernitana che vede come promotrice Gilda Ricci, professoressa di filosofia al liceo Alfano I di Salerno nonché storica sindacalista nella scuola. «Attualmente l’Esame di Stato dovrebbe essere interdisciplinare e non lo è – si legge nella petizione a Valditara - In base alla lunga esperienza di noi docenti della secondaria di secondo grado, appare evidente la discrepanza dell’attuale configurazione dell’esame orale con altre analoghe forme di verifica presenti nei successivi percorsi formativi degli studenti, e che rendono che di fatto priva di utilità e proiezione al futuro, l’attuale forma del colloquio. Una prova oratoria importante – si legge - dove a volte i ragazzi ci stupiscono con un’inaspettata prestazione di comunicazione, che li ha visti impegnati a ripetere gli argomenti studiati. Così come invece per coloro che durante i cinque anni di pre-maturità, hanno studiato con continuità, assiduità, impegno, capita che arrivino stremati dallo stress per poi non rendere affatto per quanto hanno studiato. Tutto ciò davanti a commissari interni in eterno imbarazzo, incapaci di intervenire per dovere di eccessivo rispetto e ospitalità nei confronti dei colleghi e presidenti esterni». «I docenti esterni a volte cercano di informarsi, ma certo non conoscono quegli studenti se non attraverso schede personali con crediti, voti, numeri, e qualche giudizio generico letto frettolosamente – si legge ancora - rendendo sempre più inutile il percorso interdisciplinare, attualmente non più scelto dall’allievo ma proposto da un “documento a sorpresa” presentato allo studente dalla commissione mista (immagine, grafico, articolo, testo, o altro), dal quale partire per questo viaggio- percorso fatto di collegamenti tra le sei discipline del colloquio, complicatissimo da integrare con gli studi e i programmi svolti (ad esempio le placche tettoniche con D’Annunzio e Schopenhauer)». Il colloquio così come è tenuto attualmente è, secondo i prof salernitani, soltanto un interrogatorio a raffica su autori, testi, teorie, contenuti, che con voli pindarici va da una disciplina all’altra. Ecco le richieste al ministro: commissari interni, un presidente esterno, non necessariamente un collega o un dirigente scolastico, ma un supervisore anche con competenze amministrative, o docimologiche e tecniche, che possa valutare non i percorsi scolastici e formativi, né le performance finali degli allievi, ma soltanto il rispetto del procedimento durante lo svolgimento delle prove d’esame. Le prove scritte resterebbero, secondo i prof salernitani, di competenza del ministero. 


IL PROVVEDITORE
Intanto alla vigilia del Natale il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Mimì Minella, rivolge un augurio al mondo della scuola, soprattutto agli alunni. «La responsabilità educativa oggi più che mai deve essere condivisa - scrive Minella alle scuole - famiglia, scuola, società civile, mondo dell’informazione, nessuno può sentirsi escluso dalla sfida alla diffusione di una cultura di responsabilità e di accoglienza dell’altro da sé. Mi sento di formulare questo invito da docente, da dirigente e da genitore: l’insegnamento da impartire ai nostri studenti e ai nostri figli, attraverso un dialogo sereno e trasparente, è quello dell’importanza dell’impegno, del sacrificio e dell’accettazione del rifiuto, della perdita e della sconfitta».

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