Salerno, podista morto ad Eboli. Le accuse del padre: potevano salvarlo, il suo cuore ha continuato a battere dopo la caduta

La accuse del padre del podista salernitano morto ad Eboli: il suo cuore batteva, non ha avuto un infarto

Marcello Gioviale
Marcello Gioviale
di Petronilla Carillo
Mercoledì 9 Agosto 2023, 06:55 - Ultimo agg. 10 Agosto, 07:27
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«Voglio giustizia per mio figlio: me lo stanno ammazzando per la seconda volta con queste indagini che vanno a rilento. Sto facendo le mie personali verifiche e trovo solo conferme ai miei dubbi: mio figlio poteva essere salvato. Il suo cuore ha battuto per 50 minuti da quando è caduto a quando è morto. Ecco... ci sono i tracciati del Garmin a dimostrarlo». Marcello Gioviale, 78 anni, sfoglia nervosamente un plico di carte e sventola i tracciati analizzati, per conto della famiglia, dal professore Pino Grella. Marcello Gioviale due grandi occhi chiari ma sono spenti. Il dolore è tanto per la perdita del figlio Francesco e la rabbia pure. Dopo l’iscrizione sul registro degli indagati del medico sportivo napoletano Eugenio Di Vaia, che avrebbe rilasciato a Francesco Gioviale il certificato di idoneità nonostante l’elettrocardiogramma sotto sforzo avesse rilevato dei parametri non buoni, la sua rabbia è cresciuta. La sua vita, di padre e di uomo, si è fermata alle 19.05 del 25 giugno 2022 quando i podisti che concorrevano con il figlio sono arrivati al traguardo e l’assenza di Francesco sarebbe passata inosservata, dice lui, per premiare e festeggiare i primi classificati. È lì, secondo il 78enne, che la procura di Salerno dovrebbe cercare i responsabili. «Si sta riversando tutto addosso a questo medico napoletano quando le responsibilità sono soprattutto di altri», dice. Quindi specifica: «Se lui ha sbagliato, pagherà ma... gli altri? Quando pagheranno gli altri?». Ha presentato quattro denunce in procura ma, ad oggi, non ha ricevuto alcuna risposta. «Rivoglio indietro anche la divisa e il Garmin di Francesco», dice. 


LE ACCUSE
«Mio figlio era uno scienziato, hanno ucciso uno scienziato. Quella settimana aveva fatto due turni come medico volontario in ospedale a Napoli. Ma secondo lei... poteva mai andare a fare una gara se il suo cuore non era sano? E poi, i periti prima parlano di anomalia poi di anormalità del cuore... Sono due cose molto diverse». Nelle sue ripetute denunce, fatte anche a nome dell’altro figlio, Valentino, Marcello Gioviale punta l’indice contro l’organizzazione della Trail del Monti Ebolitani innanzitutto per i ritardi nel soccorrere il figlio che «stando ai tracciati del Garmin è stato vivo per altri 50 minuti da quando si è fermato, quindoi il suo cuore non si è fermato ma funzionava» e poi anche perché un amico aveva segnalato l’assenza di Francesco e di altri podisti, quattro dei quali si erano però ritirati senza che gli organizzatori lo sapessero, ma nessuno se bè interessato. Nella denuncia il padre della vittima è molto chiaro: «nel regolamento - spiega - il luogo in cui è avvenuto il fatto veniva indicato come particolarmente pericoloso e difficoltoso per il passaggio in corsa. Sicché si consigliava nel tratto della zona Ermice persino l’attraversamento in camminata essendovi altresì il divieto di superamento tra i concorrenti, per squalifica». Quella stessa zona, ricorda il 78enne nella denuncia, a causa di un altro tragico evento era stata oggetto di «una petizione datata 19 gennaio 2022 ed inviata a prefettura, comune e genio civile in cui si rappresentava la forte criticità generata dalla pesante erosione dei costoni». In quella petizione, si legge ancora nella denuncia, veniva rappresentata «la pericolosità dello stretto percorso, fortemente frequentato e ridotto ad una sorta di sporgenza completamente priva di supporto, sollecitando un rapido intervento per la mesa in sicurezza del vallore Tufara. Di tutta risposta la Regione rimarcava di non aver competenze circa la gestione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria facendone carico al Comune di Eboli. Ciò nonostante, giacché fosse ben noto alle autorità competenti la pericolosità del tratto in questione, evento sportivo veniva organizzato e di percorso omologato ritenendo per i partecipanti bastevole il semplice avvertimento riportato nel regolamento».

Per la successiva gara di aprile del 2023, invece, «sono stati messei in sicurezza tutti i tratti pericolosi, segnalati persino dal nastro rosso e bianco», conclude Marcello Gioviale.

 

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