Refurtiva nascosta in un capannone,
banda di ricettatori finisce a processo

Refurtiva nascosta in un capannone, banda di ricettatori finisce a processo
di Nicola Sorrentino
Giovedì 8 Novembre 2018, 18:40 - Ultimo agg. 9 Novembre, 01:07
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ANGRI. Avevano nascosto telefonini, televisioni, tablet, farmaci e abbigliamento vario in un capannone, tutto materiale oggetto di furto e rapine. A soli 21 anni finisce ora a processo una ragazza di Angri, accusata insieme ad altre due persone, di ricettazione e di installazione di apparecchiature atte ad intercettare o impedire comunicazioni informatiche. I fatti si registrarono l'11 ottobre scorso, in un capannone in via Adriana. I carabinieri, durante un blitz, trovarono all'interno della struttura 36 smartphone, tablet, televisioni HD di ultima generazione, farmaci, caschi integrali di marca Schuberth, abbigliamento vario, calzature, cosmetici, parti di motori e taglierba. Tutto materiale di ingente valore e oggetto di rapina aggravata dall'uso di armi. La seconda imputazione che riguarda la giovane è quella di aver installato, insieme agli altri due complici, all'interno del capannone uno jammer, l'apparecchiatura che impedisce ed interrompe le comunicazioni relative ad i sistemi telematici delle apparecchiature smartphone e tablet, oggetto di ricettazione. Un modo per impedire la locazione degli oggetti rubati, attraverso le tecniche sofisticate di intercettazioni utilizzate spesso dalle forze dell'ordine. Per la giovane è ora arrivata la richiesta di giudizio immediato a firma della Procura di Nocera Inferiore. Gli altri due complici saranno invece giudicati a parte. 
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