Ad ottobre scorso le difese dei tredici imputati nel processo Fusandola, ovvero il dibattimento che dovrebbe far luce sulla correttezza degli atti con i quali è stata adottata la variante che ha «spostato» il corso del torrente Fusandola per consentire la realizzazione della mezzaluna Bofill, avevano chiesto la prescrizione. L'altro giorno, in aula, il colpo di scena: il sostituto procuratore Rinaldi ha cambiato il capo di imputazione consentendo al processo di andare avanti e di spostare i calcoli numerici sulla decorrenza dei tempi di quattro anni. In avanti.
In una nota stampa il comitato No Crescent e l'associazione Italia Nostra hanno espresso la propria soddisfazione deponendo «piena fiducia nella Magistratura e stanno attivando ulteriori iniziative giudiziarie per rendere giustizia ad abusi urbanistici, paesaggistici ed ambientali, posti in essere dalle istituzioni pubbliche».
Complice le difficoltà legate al Covid, le mancate notifiche, le ulteriori indagini che hanno portato a processo anche l'amministratore della Esa Costruzioni i ritardi anche in questo dibattimento sono stati tanti. È di marzo scorso l'ultimo rinvio del dibattimento proprio per omesse notifiche agli imputati poi i giudici hanno dovuto fare i conti anche con la pausa estiva delle attività giudiziarie. A giudizio, ricordiamo, la dirigente del servizio Trasformazioni edilizie del Comune di Salerno, Marilena Cantisani; Paolo Baia, componente della commissione validatrice del progetto e direttore dei lavori insieme agli altri componenti della commissione validatrice Marta Santoro, Ciro Di Lascio, Massimo Natale, Luigi Pinto; Luca Caselli, rup dell'intervento di riqualificazione di Santa Teresa; Lorenzo Criscuolo, ex funzionario comunale e direttore del settore opere pubbliche; Antonio Ragusa, rup dal 2010 al 2013; Varia Marasco direttore dei lavori; Antonio Ilario, legale rappresentante della Esa Costruzioni; Salvatore De Vita, amministratore unico del consorzio Tekton.