Nocera Inferiore, cade in un burrone, morta durante la gita: l'inchiesta verso l'archiviazione

La richiesta del pm arriverà ora dinanzi al Gip

La zona del recupero
La zona del recupero
di Nicola Sorrentino
Giovedì 21 Marzo 2024, 10:24
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Nessuna responsabilità di terzi o cause esterne per la morte di Elia Carroccia, la giovane 32enne di Nocera Inferiore deceduta il 20 agosto scorso, mentre si trovava sul sentiero dei "Fringuelli", nei pressi del ponte tibetano di Roccamandolfi, in provincia di Isernia. La procura molisana ha chiesto l'archiviazione. Quel giorno, la ragazza era insieme ad alcuni amici e al fidanzato per trascorrere del tempo in montagna e praticare qualche escursione.

La richiesta del pm arriverà ora dinanzi al Gip, il quale potrebbe accogliere e chiudere del tutto l'indagine oppure disporre nuovi accertamenti, a seconda delle richieste della famiglia della ragazza. Dai rilievi tecnici effettuati dall'autorità giudiziaria, lungo quel sentiero un segnale di pericolo c'era.

Era la prima circostanza da appurare, se vi fossero indicazioni o segnali di pericolo. Chi decideva di seguire quel percorso, insomma, doveva essere cauto e prestare attenzione, indossando anche un abbigliamento adeguato (come delle scarpe in primis). Stretto e distante poche centinaia di metri dal ponte tibetano, quel luogo è una delle principali attrazioni turistiche della regione.

Allo stato, dunque, non ci sarebbero responsabilità per quella tragedia, secondo le valutazioni del sostituto titolare del fascicolo. La ragazza era in compagnia del fidanzato e di due amici, poi la caduta improvvisa in una gola, in un burrone per circa 80 metri, con la morte sopraggiunta sul colpo. Fu necessario l'intervento dei vigili del fuoco per il recupero del corpo. Le operazioni di recupero da parte del soccorso alpino, dei vigili del fuoco e dei carabinieri durarono circa 6 ore. Servirono, infatti, tecniche alpinistiche specifiche per raggiungere il punto esatto dove giaceva il corpo, una zona impervia in mezzo a una vegetazione fitta.

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La salma fu poi trasportata presso l’obitorio dell’ospedale di Isernia. La donna lavorava come operatrice di un call center a Pompei e aveva compiuto 32 anni il mese scorso. Nello smentire ricostruzioni fantasiose circolate nei giorni successivi alla morte, la procura spiegò in una nota di aver accertato che in prossimità del ponte era collocato un cartello che indicava il sentiero in questione come sentiero per esperti. Le verifiche tecniche furono affidate al Gruppo del soccorso alpino della G. di F. di Roccaraso, in relazione alle condizioni di sicurezza esistenti e/o necessarie per la percorrenza del sentiero per una completa ricostruzione della dinamica dell’evento.

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