Salerno Pulita, il caso dei lavoratori
che scelgono di farsi licenziare

Salerno Pulita, il caso dei lavoratori che scelgono di farsi licenziare
di Carmen Incisivo
Venerdì 14 Febbraio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 13:37
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Licenziato perché assente dal luogo di lavoro dalla fine dell'anno. Accade, per la seconda volta in appena quattro mesi, a Salerno Pulita la municipalizzata che gestisce, per conto del Comune di Salerno, l'intero ciclo dei rifiuti per la città capoluogo che ieri mattina ha comunicato «così come previsto dal contratto collettivo nazione di lavoro di categoria Fise Assoambiente si legge in una brevissima nota diramata ieri dall'azienda di aver adottato un provvedimento di licenziamento per un dipendente assenteista. La lettera di licenziamento è arrivata a seguito di diverse contestazioni scritte al dipendente per assenze ingiustificate dal luogo di lavoro». Secondo le ricostruzioni effettuate dagli uffici della municipalizzata, l'uomo salernitano, sulla sessantina avrebbe smesso di recarsi al lavoro da diverse settimane. Quarantatré giorni, per la precisione. Da dicembre, nessuno ha più avuto sue notizie. Nessuna comunicazione o giustificazioni per l'assenza prolungata né pare l'interesse a farne pervenire. Mai un certificato medico, mai un qualsiasi documento che chiarisse i motivi dell'assenteismo prolungato. Più volte, come confermato anche dall'azienda stessa, gli uffici della Salerno Pulita avrebbero chiesto lumi su quanto stava accadendo, con tanto di contestazioni messe per iscritto e rimaste, riferiscono sempre dall'azienda, lettera morta. Dopo queste settimane di inspiegabile silenzio si arriva a ieri: l'azienda fa sapere di aver spedito la lettera di licenziamento per giusta causa. L'uomo, appartenente al settore spazzamento e raccolta, non è più un dipendente. Chi s'aspettava reazioni feroci da parte di rappresentanti sindacali e ormai ex colleghi resterà deluso: i primi non commentano.

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«Il licenziamento è stato disposto per giusta causa, che altro c'è da dire», si lascia sfuggire qualcuno. «Ho saputo e siamo sempre per il contrasto ad ogni forma di assenteismo, quindi ben vengano i provvedimenti a tutela dell'azienda e dei lavoratori che fanno il proprio dovere dichiara il segretario regionale della Filas Domenico Merolla - Il caso in particolare rientra in quest'ottica, ci aspettiamo uguale trattamento per tutti i lavoratori che con comportamenti inqualificabili screditano i colleghi diligenti. La Filas non ha speso e non spenderà neanche un minuto per coloro che non lavorano». I secondi trattengono a fatica un sorriso. «Come si ricorderà si legge ancora nella nota diramata dall'azienda - analogo provvedimento fu assunto lo scorso mese di novembre nei confronti di un altro dipendente per lo stesso motivo». In effetti è proprio questo precedente che fa nascere quello che definire sospetto appare oggi un eufemismo, sempre più forte tra i dipendenti. Lo scorso 7 novembre, infatti, un dipendente ebbe lo stesso destino dell'ultimo licenziato. Anche lui non si presentava a lavoro da diverse settimane. In quel caso, il lavoratore non era mai rientrato dalle ferie estive. Chi riunisce i pezzi del puzzle è un dipendente che, per ovvie ragioni, preferisce restare anonimo. «Possiamo definirlo un auto-esodo, non è più una novità. Si transita attraverso la disoccupazione per poi andare direttamente in pensione svela entrambi gli ex dipendenti avrebbero maturato a stretto giro i requisiti per la pensione e hanno semplicemente smesso di presentarsi al lavoro. Nessuno di noi è meravigliato, qualcuno ne ha anche parlato apertamente. Loro non si strappano certo i capelli. Il periodo della disoccupazione copre i mesi che mancano al pensionamento e intanto non si viene al lavoro. Queste persone si sono fatte cacciare, né più, né meno». Se questa ricostruzione sia veritiera o meno toccherà, laddove qualcuno la denunciasse e si presentassero le condizioni per indagare, all'autorità competente stabilirlo, valutando i singoli casi e facendo attenzione all'eventuale reiterazione del fenomeno. Dal canto suo, l'azienda non commenta e guarda ai fatti: chi non si presenta al lavoro senza valida motivazione viene cacciato. Amaramente o con un sospiro di sollievo, a seconda dei casi e delle intenzioni. 
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