Salerno, stop al monopolio della Siae: diritti d’autore liberalizzati grazie alla vittoria alla Corte di Giustizia

Due legali salernitani hanno portato avanti la battaglia del loro cliente: la sentenza ora costituisce un importante passo in avanti

Giovanni Maria Riccio e Adriana Peduto
Giovanni Maria Riccio e Adriana Peduto
di Barbara Cangiano
Sabato 23 Marzo 2024, 06:10 - Ultimo agg. 08:04
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L'era del monopolio Siae sembra ormai destinata definitivamente a tramontare. Merito di una sentenza pronunciata dalla Corte di Giustizia, dopo un lungo percorso portato avanti dagli avvocati salernitani Giovanni Maria Riccio e Adriana Peduto, soci dello Studio Legale E-Lex. Dopo questa pronuncia, le regole del diritto d'autore in Italia sono di fatto cambiate e il mercato della gestione collettiva dei diritti d’autore sarà pienamente liberalizzato, consentendo anche alle società commerciali di operare.

La questione nasce dieci anni fa, quando un giovane imprenditore romano, Davide d’Atri, fonda Soundreef, una società di diritto inglese, prima concorrente della Siae. D’Atri è convinto, e i giudici lussemburghesi hanno confermato la sua tesi, che il mercato della raccolta del diritto d’autore vada liberalizzato, per consentire ad autori ed editori di poter scegliere a chi affidare la gestione dei propri brani musicali. Soundreef decide dunque, in forma assolutamente pioneristica per l'epoca, di lanciare una piattaforma che consenta agli autori di controllare, in tempo reale, dove le loro opere suonate, da chi, per quanto tempo e, soprattutto, come e perché maturino delle royalties.

I primi riconoscimenti arrivano dalla Corte Costituzionale che dà il via libera alla modifica della legge sul diritto d’autore, permettendo anche ad altri organismi, diversi dalla Siae, di operare sul territorio italiano. Sullo stesso piano si muove l’Unione europea, emanando una direttiva in materia. Nel recepirla, però, il legislatore italiano, senza motivare la sua scelta, decide di ammettere sul mercato solo gli organismi di gestione collettiva e, quindi, di perpetrare di fatto il monopolio della Siae. Nasce così Lea, un’entità italiana che amministra il repertorio di Soundreef. Successivamente, un decreto legislativo assegna all’autorità per le comunicazioni (Agcom) il potere di vigilare sul diritto d’autore e, nello specifico, sul mercato degli organismi di gestione collettiva. I nuovi organismi hanno l’obbligo di fare una comunicazione all’Agcom, segnalando l’inizio della loro attività ed essere iscritti in un apposito registro.

Il mercato, però, resta ancora duopolista, con Siae da una parte e Lea. Alcune società commerciali iniziano a operare comunque in Italia, senza effettuare la comunicazione all’Agcom prevista dalla legge e la questione arriva dinanzi ai giudizi nazionali, che decidono di rinviare il tutto alla Corte di Giustizia. Il quesito posto ai giudici del Lussemburgo non riguarda l’obbligo di iscrizione all’Agcom, ma la possibilità che siano ammesse a operare anche società commerciali. Possibilità confermata dalla Corte di Giustizia che ha dichiarato che la normativa italiana è incompatibile con il diritto dell’Unione perché costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi. A questo punto, quindi, Soundreef e le altre entità del settore potranno liberamente agire sul territorio italiano, mentre il legislatore nazionale sarà costretto a modificare la legge sul diritto d’autore.

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«È un momento storico per il diritto d’autore in Italia e, per noi, una grande soddisfazione dopo anni di controversie legali – spiega Adriana Peduto - Ma, soprattutto, è una buona notizia per autori ed editori, che avranno finalmente la libertà di scegliere a chi affidare la gestione dei propri brani musicali. Fondamentale è stato il lavoro di squadra portato avanti con il nostro team. Ora ci aspettiamo che le istituzioni si adeguino e che finalmente il mercato italiano possa diventare concorrenziale, evitando di continuare a tutelare posizioni di vantaggio».