Scafati: Pasquale morto ustionato dal camino, così il papà ha cercato di salvarlo

Aveva 11 anni e frequentava la prima media a indirizzo musicale: amava suonare il sax

Ucciso da un ritorno di fiamma del caminetto
Ucciso da un ritorno di fiamma del caminetto
di Daniela Faiella e Ettore Mautone
Venerdì 14 Aprile 2023, 00:06 - Ultimo agg. 16:05
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Era giunto il 5 aprile scorso al pronto soccorso dell’ospedale di Scafati con gravissime ustioni sull’80% del corpo. Bruciato da un ritorno di fiamma dell’alcol utilizzato per alimentare il fuoco di un camino. Aveva compiuto 11 anni il 21 marzo Pasquale V., morto ieri pomeriggio all’ospedale Santobono di Napoli, dove era stato trasferito in codice rosso dopo le prime cure ricevute al Mauro Scarlato. Le sue condizioni erano apparse subito critiche, ma la speranza di familiari e amici non era mai venuta meno. Il ragazzino era stato anche sottoposto a una serie di interventi chirurgici e sottoposto a terapie infusive e cure antibiotiche massicce, ma il suo cuore non ce l’ha fatta. Pasquale era stato sedato, tenuto in coma farmacologico e monitorato nel reparto di Terapia intensiva. L’altro ieri notte l’improvviso peggioramento del quadro clinico, forse a causa di uno choc settico, che non gli ha lasciato scampo. A nulla è valso l’intervento dei rianimatori, che hanno fatto di tutto per strappare il bambino alla morte, sopraggiunta per arresto cardiaco.

I medici del polo pediatrico napoletano avevano spiegato con chiarezza ai genitori del ragazzo che la situazione era particolarmente grave. E prima di loro, lo avevano fatto i colleghi dell’ospedale di Scafati, dove Pasquale era stato portato intorno alle 19 del 5 aprile. Trasportato in auto dal papà che lo aveva trovato in casa, vicino al camino, già bruciato dalle fiamme. Una corsa contro il tempo, contro un destino avverso, nella consapevolezza che ogni minuto che passava avrebbe reso ancora più flebile la speranza. Gli abiti che Pasquale indossava avevano preso fuoco, provocando profonde lesioni dalla testa ai piedi, che, come accade in casi di ustioni gravi, peggiorano progressivamente nei giorni successivi compromettendo spesso l’equilibrio del paziente. «Il bambino - racconta uno dei rianimatori del “Mauro Scarlato” che lo ha soccorso - era ancora vigile e cosciente quando è arrivato, ma le sue condizioni erano molto gravi, avendo ustioni praticamente su tutto il corpo. Abbiamo subito allertato un’ambulanza per consentirne il tempestivo trasferimento al Santobono di Napoli. Nel frattempo, abbiamo cercato di stabilizzarlo, di reidratarlo attraverso una vena periferica. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, anche se consapevoli delle sue condizioni. Nell’arco di circa dieci minuti è arrivata l’ambulanza che lo ha trasferito a Napoli».

Con il piccolo c’erano il suo papà, titolare di un’attività di ristorazione fino a qualche anno fa, la mamma e la sorellina, di qualche anno più piccola. Pasquale era il primo di tre figli. Biondo, alto, era determinato, vivace, intelligente. La gioia di mamma e papà. Frequentava la prima media, a indirizzo musicale, dell’istituto comprensivo Anardi, plesso di via della Resistenza a Scafati. I suoi docenti lo ricordano come un alunno responsabile, maturo e diligente. «Siamo sconvolti - dice il dirigente scolastico Guglielmo Formisano - Speravamo tutti che Pasquale riuscisse a farcela.

E abbiamo pregato per lui in questi giorni. Era uno studente educato, rispettoso e aveva grandi capacità. Suonava anche il sassofono. Una tragedia che ci ha lasciati senza parole. L’intera comunità scolastica della “T. Anardi” si unisce al dolore dei familiari e di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo».

Cosa sia successo esattamente quel pomeriggio del 5 aprile non è possibile saperlo. Pasquale era in casa, vicino al camino, quando è stato travolto da un ritorno di fiamma dell’alcol utilizzato per alimentare il fuoco. Una tragedia immane. I familiari hanno sperato fino alla fine. Il quadro clinico del ragazzo, negli ultimi giorni, sembrava d’altro canto alimentare ottimismo. La direzione dell’ospedale Santobono ha infatti confermato che aveva anche avviato le procedure per la coltivazione e trapianto di cute omologa e procurato una cute sostitutiva da cadavere e sintetica. Sostitutivi della pelle che aiutano a scongiurare rischi di infezioni oltre a facilitare e accelerare i processi riparativi naturali dei tessuti ustionati. Poi, l’improvviso peggioramento. E la tragedia, l’altro ieri notte. A Scafati, dove il ragazzo viveva con la sua famiglia, c’è incredulità e stupore. Oggi pomeriggio, alle 16, si terranno i funerali nella chiesa di San Vincenzo, in via Aquino. 

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