Vittorio morto a 16 anni, caso archiviato.
I genitori: «Depistaggio delle indagini»

Vittorio morto a 16 anni, caso archiviato. I genitori: «Depistaggio delle indagini»
di Angela Trocini
Mercoledì 7 Aprile 2021, 09:37
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Archiviato il procedimento per la morte di Vittorio Senatore, il 16enne che il 15 settembre 2019 perse la vita a causa di un incidente stradale avvenuto in via Benedetto Croce tra Salerno e Vietri sul Mare. A sciogliere la riserva è stata il gip Giovanna Pacifico del Tribunale di Salerno che ha accolto così la tesi della procura salernitana (pm Mafalda Cioncata) che aveva richiesto l'archiviazione del procedimento iscritto a carico di ignoti. E domenica, augurando buona Pasqua a tutti attraverso Facebook, Domenico Senatore (papà di Vittorio) ha espresso grande amarezza per l'esito delle indagini e dell'intero procedimento giudiziario, ribadendo ancora una volta come non siano «state prese in considerazione alcune circostanze, comprese le conversazioni (allegate agli atti) di una chat di WhatsApp, in cui era presente anche mio figlio e che ho continuato a seguire anche dopo la sua morte», parlando di un presunto depistaggio delle indagini.


Del resto i dubbi sollevati dai genitori della giovane vittima, Monica e Domenico Senatore, erano chiari: la coppia, che si era opposta alla richiesta di archiviazione, allegando all'opposizione (attraverso l'avvocato Agostino Allegro) anche una consulenza tecnica del medico legale Giuseppe Consalvo secondo cui la causa del decesso del 16enne non poteva essere attribuita con certezza «alla collisione con il suolo ed il marciapiede», come invece concluso dai periti nominati dal magistrato che hanno parlato di una velocità del motociclo su cui viaggiava Vittorio Senatore superiore ai limiti per i centri abitati (sebbene ci sia un verbale che parla di danni di lieve entità sul veicolo coinvolto escludendo una velocità eccessiva al momento dell'impatto) con l'esclusione che i traumi riportati dalla vittima siano compatibili con lo «schiacciamento o sormontamento da parte di altro veicolo» (il giovane subì gravi lesioni al fegato tanto da «esplodere», ma anche al rene destro, alla vena cava inferiore ed alcune fratture).

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Dal canto loro, i coniugi Senatore non si spiegano la dinamica del sinistro e la ricostruzione dei fatti che, a loro parere, sono ancora oggi «avvolti nel mistero»: si sono attivati sin da subito a reperire notizie ed informazioni utili per ricostruire l'incidente in cui morì il figlio con consulenti tecnici per far luce, attraverso perizie scientifiche, sulla vicenda ed evidenziando anche le incongruenze dei racconti degli amici del figlio, che erano in sua compagnia mentre rientravano da Salerno a Cetara, le testimonianze di alcune persone presenti subito dopo l'incidente, facendo presupporre un margine d'incertezza sulla circostanza che fosse proprio «nostro figlio alla guida del motorino così come appare poco probabile ritenere che l'esito mortale dell'incidente sia dipeso dalla caduta o dall'impatto con il marciapiede piuttosto che dallo schiacciamento della vittima ad opera di altro motoveicolo sopraggiunto». Dubbi che rimarranno tali difronte all'archiviazione del procedimento giudiziario.
 

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