Sterilità in aumento, i ragazzi devono superate la vergogna e curare le infezioni urogenitali

Due milioni gli under 35 con un problema andrologico e sempre più adolescenti hanno bruciori e lesioni che trascurano

Sterilità in aumento, i ragazzi devono superate la vergogna e curare le infezioni urogenitali
di Antonio Caperna
Giovedì 14 Settembre 2023, 06:00 - Ultimo agg. 08:24
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Il gender gap nell’informazione sanitaria si sente.

La maggior parte delle donne è sufficientemente informata sulle malattie genere-correlate a cui può andare incontro, mentre gli uomini generalmente sono meno consapevoli sugli effetti di clamidia, gonorrea, papilloma, micoplasmi, sifilide e varicocele. Il 30-40% dei maschi tra i 16 e i 20 anni convive infatti con un disturbo andrologico che potrebbe compromettere la salute riproduttiva. Eppure, se riconosciute per tempo, queste patologie si possono curare facilmente. Causano sintomi come bruciori, fastidi, dolore, lesioni. E possono portare alla sterilità. «Il calo delle nascite in Italia va di pari passo con l’aumento dell’infertilità maschile che negli ultimi 30 anni è raddoppiata e oggi sono circa due milioni gli italiani che rischiano di essere mancati papà - spiega Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia - Alcol, fumo, obesità e sedentarietà, ma anche le diagnosi tardive di infezioni sono tutti fattori che stanno compromettendo la fertilità, su cui incide anche il riscaldamento globale».

GERMI E BATTERI

 Infezioni uro-seminali: gli stati infiammatori e infettivi delle vie seminali possono danneggiare gli spermatozoi, i canali seminali, la prostata e le vescicole seminali per la presenza di germi e di globuli bianchi. Come le malattie sessualmente trasmesse: il papillomavirus (120 specie conosciute si trasmette con contatto intimo, può favorire sviluppo di condilomi ai genitali e tumori), sifilide (malattia infettiva provocata dal Treponema pallidum, un batterio) gonorrea (il batterio Neisseria gonorrhoerae molto contagioso, se non curata determina infezioni anche ad altri organi oltre a quelli sessuali), clamidia (Chlamydia trachomatis, un batterio che può causare un’infezione ai testicoli e ai dotti deferenti).

O il varicocele, una dilatazione delle vene testicolari. Nella maggior parte dei casi coinvolge il testicolo sinistro. Può danneggiare il Dna degli spermatozoi riducendo la fertilità maschile. Sono 2 milioni gli under 35 con un problema andrologico, ma solo 1 su 5 sa che può compromettere la fertilità, solo il 33% dei diciottenni maschi si protegge durante il rapporto sessuale. Pochissimi hanno chiaro cosa siano le malattie a trasmissione sessuale. «I ragazzi di oggi hanno le stesse conoscenze e le stesse idee di quelli di 10 anni fa, con l’aggravante che oggi la tecnologia consente un’informazione continua - aggiunge Palmieri - Il fattore tempo è dunque fondamentale per evitare che patologie banali diventino irreversibili. Purtroppo molti pazienti con malattie congenite o acquisite dell’apparato riproduttivo e sessuale per vari motivi, dalla disinformazione alla timidezza e la scarsa confidenza, non si rivolgono all’andrologo e raramente ne parlano ai medici di medicina generale, finendo anche per sviluppare ansie e fobie di ogni tipo». Eppure le patologie nell’arco di settimane possono essere risolte con cure a base di antibiotici o penicillina.

IL TREND

 In appena 40 anni, gli uomini occidentali hanno visto calare del 52,4% la concentrazione degli spermatozoi. Gli studi realizzati documentano che, dal 1970 al 2018, in Occidente si è passati dai 101 milioni di spermatozoi ogni ml di liquido seminale nel 1970 ai 49 milioni ml nel 2018. Una tendenza che vive una discesa inarrestabile ancora più preoccupante per il ripido declino fra il 2000 e il 2018. Se infatti dal 1973 al 2000 il calo di concentrazione spermatica è stato dell’1,6% ogni anno, dal 2000 al 2018 la riduzione ha segnato più del doppio, pari al 2,64% per anno. 

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