Fumo, le sigarette fanno anche ingrassare: il nuovo studio danese, cos'è il grasso viscerale (meno visibile ma pericoloso)

Uno studio dell’Università di Copenaghen dimostra che le sigarette accrescono il grasso viscerale, meno visibile ma pericoloso

Fumo, le sigarette fanno anche ingrassare: il nuovo studio danese, cos'è il grasso viscerale (meno visibile ma pericoloso)
di Enrico Orzes
Giovedì 11 Aprile 2024, 06:37 - Ultimo agg. 12:33
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Smettere di fumare fa ingrassare? No. Uno studio danese smentisce il falso mito.

Per molte persone la scelta di smettere di fumare è tutt'altro che semplice, tanto da richiedere un adeguato supporto psicologico. 
In un tale contesto non è d'aiuto la preoccupazione legata alla possibilità di ingrassare una volta superata la dipendenza dal fumo. Specialmente, se si tratta di una credenza popolare del tutto infondata, come dimostrano i risultati di uno studio condotto dai ricercatori del Centro per la Ricerca Metabolica di base (CBMR) dell'Università di Copenaghen e pubblicato sulla rivista scientifica Addiction. 
Secondo gli autori della ricerca, iniziare a fumare e mantenere a lungo, addirittura per tutta la vita, questa dipendenza può condurre all'aumento del grasso addominale , in particolare di quello viscerale. Cioè quello malsano collegato a un rischio più elevato di sviluppare malattie cardiache, diabete, ictus o certe forme di demenza. 


L'OSSERVAZIONE


La cessazione dell’abitudine al fumo non sarebbe, dunque, associata a un aumento di peso corporeo, bensì il contrario: fumare può tendere, infatti, a far ingrassare. Sebbene da alcuni studi osservazionali sia emerso che i fumatori possiedono un indice di massa corporea più basso dei non fumatori, essi accumulano quantità di grasso addominale maggiori rispetto ai non fumatori, aumentando la probabilità di incorrere in patologie cardiometaboliche. 
Questa forma di grasso, detta appunto viscerale, è più difficile da notare, tanto da essere riscontrata in quantità non salutari anche in alcune persone apparentemente magre o con la pancia piatta. 
Sulla base di tutte queste osservazioni i ricercatori danesi hanno deciso di avviare uno studio clinico e sciogliere i dubbi sul fatto che il fumo rappresenti o meno una causa di aumento del grasso addominale. Per rispondere a questo interrogativo essi sono ricorsi a una metodologia nota come randomizzazione mendeliana che prevede di combinare una serie di studi genetici per analizzare l’esistenza di nessi tra un fattore (ad esempio l’esposizione al fumo) e un altro (l’aumento del grasso addominale), e scoprire se tra essi esista una relazione di causalità. 
In passato altri gruppi avevano tentato di approfondire la relazione tra fumo e grasso addominale, con esiti differenti: infatti, se ci basa solo su varianti genetiche di un singolo locus (la posizione di un gene su un cromosoma) le stime si fanno più imprecise, ma grazie ai nuovi studi di associazione genomica eseguiti sui fumatori si è giunti alla scoperta di centinaia di loci associati al fumo, innalzando così il livello di precisione delle analisi.


I DATI


Inoltre, ai fini della loro indagine, i ricercatori danesi si sono avvalsi di dati ottenuti a partire da un altissimo numero di persone (1,2 milioni di individui che avevano iniziato a fumare, 450 mila fumatori abituali e altri 600 mila per le analisi sulla distribuzione del grasso corporeo), combinando informazioni genetiche multiple e alcune misure di distribuzione del grasso corporeo (ad esempio, il rapporto vita-fianchi e le circonferenze di vita e fianchi dei pazienti). In tal modo, dopo aver identificato i geni collegati all'abitudine al fumo e alla distribuzione del grasso corporeo, hanno fatto uso di potenti strumenti di analisi per capire se le persone con geni associati al fumo tendevano ad avere una particolare distribuzione del grasso corporeo. 
«Lo studio ha rilevato che iniziare a fumare e continuare a farlo abitualmente può causare un aumento del grasso a livello dell'addome, come risulta dalle misurazioni del rapporto vita-fianchi - afferma Germán D. Carrasquilla, primo autore della ricerca - In un' ulteriore analisi, abbiamo anche scoperto che il tipo di grasso che aumenta è quello viscerale, invece che quello sottocutaneo». 
Ecco allora che gli sforzi di salute pubblica tesi a prevenire e/o ridurre l'abitudine al fumo contribuiscono alla riduzione del grasso addominale, contrastando così la diffusione delle malattie croniche respiratorie e cardiovascolari correlate.

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