Giornata mondiale dei bimbi prematuri: salgono al 90% i casi di disfagia neonatale

Come ogni anno per parlarne si è tenuto oggi al Monaldi di Napoli l’evento «M’illumino di viola», giunto alla sua quinta edizione

Mano di un bambino nato prematuro
Mano di un bambino nato prematuro
Venerdì 17 Novembre 2023, 13:11
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Oltre 30 mila bimbi ogni anno in Italia, 4 mila in Regione Campania, nascono prematuri.
Fragili, altamente complessi, bisognosi di un rapporto speciale e privilegiato, a partire dall’aspetto alimentare. Se da un lato la tecnologia e il progresso scientifico hanno favorito la sopravvivenza dei piccoli pretermine, dall’altro sono aumentati i problemi di disfagia neonatale (pari oggi a 90%), cioè l’(in)capacità di passare dalla nutrizione enterale, con sondino naso gastrico, all’alimentazione orale e, quindi, al raggiungimento dell’alimentazione orale completa (full oral feeding), necessaria per la dimissione del neonato dalla Tin.
Passaggi per cui è fondamentale il logopedista.

Come ogni anno per parlarne si è tenuto oggi al Monaldi di Napoli l’evento «M’illumino di viola», giunto alla sua quinta edizione, alla presenza di famiglie, giovani genitori e care-giver, ma anche medici, professionisti sanitari e studenti dei corsi di laurea, insieme ai rappresentanti della Direzione strategica aziendale, del direttore generale, Anna Iervolino, delle Istituzioni e dei politici regionali, rappresentate dagli assessori Lucia Fortini e Luca Trapanese, e dei rappresentanti delle società scientifiche e autorevoli esperti del settore.

«La comunità scientifica dei neonatologi – ha spiegato Giovanni Chello presidente Sin Campania (Società Italiana Neonatologia sezione Campania) e direttore della Uoc di Neonatologia e Tin, Ospedale Monaldi –
è costantemente impegnata nel dare risposta ai crescenti bisogni di salute dei neonati prematuri e medicalmente complessi, anche attraverso il miglioramento della qualità terapeutica, assistenziale e dell'umanizzazione delle cure. Un passo avanti è rappresentato dalla recente pubblicazione degli ‘Standard Organizzativi dell'Assistenza Perinatale’, a cura della Società Italiana di Neonatologia, che riporta analiticamente i criteri che regolano i principi organizzativi e assistenziali, auspicabili nell'ottica di un miglioramento delle cure neonatali in termini di qualità e sicurezza, dove le attività legate all’educazione al ‘con-tatto’, al centro della V edizione de “M’illumino di viola” sono un valido esempio
».

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“Il progresso nella ricerca scientifica, tecnologica e terapeutica – ha precisato Sara Panizzolo, logopedista presso l’Unità Operativa Complessa TIN dell’ospedale Monaldi –– ha favorito la sopravvivenza, sensibilmente aumentata di neonati prematuri, piccoli pazienti difficili da trattare per le complessità correlate.

Fra queste, ad esempio, la disfagia neonatale, cioè l’incapacità naturale di passare dalla nutrizione con sondino naso gastrico (nutrizione enterale) alla alimentazione orale, fino al raggiungimento del cosiddetto ‘full oral feeding’, cioè la condizione che permette la dimissione dal neonato dalla TIN, secondo le linee guida della Accademia Americana di Pediatria (2008-2011). Questa dinamica prevede la gestione del neonato da parte di una équipe multidisciplinare, dove il logopedista ha un ruolo chiave per le elevate competenze in ambito di comunicazione e di funzioni orali, e di ‘guida’ nel percorso di riabilitazione, secondo un approccio della cosiddetta ‘co-regolazione’. Quest’ultima si basa sui principi dell’assistenza allo sviluppo (developmental care): un pool di azioni e di interventi, attuate anche dal logopedista, che permettono, in termini di neuroprotezione, l’armonica evoluzione psico-fisica del neonato vulnerabile, cambiando completamente i paradigmi della nutrizione. Si è infatti passati da criteri di quantità, che imponevano di far mangiare ai neonati tutto il latte prescritto e incondizionatamente per favorirne la crescita, a criteri di qualità basati sulla lettura delle risposte comunicative del neonato quale guida per il caregiver».

«Il logopedista, attraverso un training di apprendimento guidato, trasferisce queste informazioni e competenze al genitore affinché le possa adottare e mettere in pratica in maniera autonoma anche dopo le dimissioni – ha concluso Panizzolo –. Si tratta di azioni promosse anche dalle maggiori società scientifiche del settore sia internazionali (Efcni, European Foundation for the Care of Newborn Infants) che nazionali (Sin, Società Italiana di Neonatologia)».

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