Psicologia e disturbi, come comportarsi: «Ecco cosa non dire a una persona che soffre d'ansia»

Intervista alla psicologa Lisa Marie Miele

Focus su psicologia e disturbi
Focus su psicologia e disturbi
di Emanuela Di Pinto
Giovedì 23 Febbraio 2023, 20:00
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Se la pandemia si è avviata sempre di più ad una fase discendente, gli strascichi che ha causato sulle persone, in particolare dopo il periodo di lockdown, non sono stati clementi. Gli sconvolgimenti sociali che il virus ha portato hanno portato ad un aumento considerevole del numero di persone che soffrono di problemi legati alla salute mentale o comportamentale. Le misure messe in campo dai governi durante il periodo più difficile da affrontare della pandemia sicuramente hanno solo peggiorato le condizioni psicologiche di molti, già compromesse dell'ansia di una malattia sconosciuta e aumentate ancor di più dalla costrizione del dover essere chiusi in casa in isolamento. Nonostante in molti paesi siano stati attuati dei sostegni e degli aiuti verso chi è stato colpito dall'onda lunga della pandemia, in altri casi sono stati abbandonati a se stessi peggiorando una situazione molto complicata da gestire senza un consulto professionale.

L'ansia è sempre stata una delle problematiche più diffuse sia tra gli adulti che i giovani. In particolare i ragazzi, nel loro periodo di crescita, nel tentativo di imparare a gestire le emozioni rimangono coinvolti in questa rete fatta di preoccupazioni e paure che, senza un aiuto o un sostegno, diventa molto difficile districare. La solitudine causata dalla pandemia sicuramente non ha aiutato. A peggiorare la situazione, molte volte, sono anche le persone che intorno al soggetto che, molto spesso, non mostrano empatia o clemenza verso coloro che soffrono di crisi d'ansia. Il fatto che non venga ancora riconosciuto da tutti come un disturbo lo rende per molti un problema “minore” e, secondo loro, facilmente gestibile. Per approfondire al meglio la questione abbiamo parlato con la psicologa Lisa Marie Miele che ha svelato alcuni trucchi da utilizzare per aiutare soggetti ansiosi nel pieno delle proprie crisi. 

«L'ansia non è un concetto patologico - spiega Lisa Marie - si è mantenuto come meccanismo per la sua funzione adattiva che ci permette di segnalare un pericolo esterno e di prepararci a questo». Nonostante non sia una una malattia può essere connotato come un disturbo tra i più diffusi e che porta, di anno in anno, sempre più giovani a consumare farmaci per riuscire a controllarlo. «Può assumere un significato patologico nel caso in cui si presenti con una eccessiva frequenza e con alta intensità» chiarisce, puntando l'attenzione su quanto, negli ultimi anni si sia delineato sempre di più un identikit di persone che sono maggiormente esposte a questo tipo di problema. «Sono più colpiti i giovani, le donne, i disoccupati e chi ha un basso reddito. Ciò ci mette di fronte all'evidenza che viviamo tutti dei cambiamenti sociali ed economici che portano ad un livello di precarietà maggiore, reale, concreto e percepito» chiarisce Lisa Marie.

Riguardo il possibile sostegno ai soggetti che soffrono di problemi d'ansia ciò a cui ci si dovrebbe appigliare maggiormente è la sensibilità e all'empatia che in molti non sembrano avere quando sono testimoni di episodi di questo tipo. «L'unico modo per aiutare è investire su professionisti che fanno questo lavoro e sanno come aiutare - spiega - In generale per chi si trova ad affrontare questo tipo di situazioni fuori da un contesto terapeutico bisogna mostrare empatia, condividere le risorse che potrebbero aiutare, sostenere e mantenere un atteggiamento non giudicante». La sensibilità, però, si mostra anche attraverso frasi che bisognerebbe non dire ed evitare per peggiorare lo stato d'animo di chi sta affrontando una situazione così complessa dal punto di vista psicologico ed emotivo. 

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«Non è mai semplice rispondere ad un momento così difficile per una persona che abbiamo di fronte quindi molto spesso si ha anche paura di dire cose sbagliate o di poter peggiorare la situazione» puntualizza Lisa Marie. «Ci sono alcune frasi da evitare come “Calmati“, “Respira”, “Non ci pensare è solo ansia”. La persona in quel momento razionalmente sa e sta provando a non pensarci ma il fatto che non ci riesca non significa che non sia abbastanza ma, in quel momento, gli risulta impossibile reperire gli strumenti» racconta. «Il fatto che voi glielo ricordiate non migliora la situazione» puntualizza. «Un'altra cosa da evitare è paragonare la propria esperienza con “Stai tranquillo/a anche io ci sono passato”. Ogni esperienza ed emozione non può essere paragonata». «Terzo cosa invece è dire “Tu ansioso/a? Non sembravi”.

Questo non significa che una persona che cerchi di gestirla non possa provare queste sensazioni. L'importante è non invalidarle».

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