Eredità Agnelli, ecco il patrimonio conteso di Marella Caracciolo: 160 milioni tra ville, opere d'arte e gioielli

di Veronica Cursi
Mercoledì 7 Giugno 2023, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 16:17 | 2 Minuti di Lettura

I patti di Ginevra

La controversia ha origine da una serie di accordi ereditari, noti come “patti di Ginevra”, che Margherita – artista e filantropa, come ama qualificarsi – firmò nel 2004 dopo la morte del padre avvenuta l’anno precedente, quando peraltro la Fiat versava in difficilissime condizioni finanziarie. In base al primo di tali patti, Margherita ricevette proprietà, opere d’arte e altri beni liquidi dall’eredità dell’Avvocato, di fatto rinunciando a qualsiasi influenza futura sulla Dicembre, società semplice e chiave dell’intera struttura proprietaria di Exor, la holding della famiglia Agnelli. I patti cementarono il ruolo di John Elkann come erede designato di Gianni Agnelli a capo dell’impero industriale e finanziario di famiglia – a quei tempi appunto in grave crisi – con la madre Margherita che di fatto invece ne usciva. Invertita la crisi, John Elkann, 47 anni, è ora alla guida di Exor, il cui vasto portafoglio di partecipazioni spazia dall’industria alla sanità, dall’editoria alla moda e al calcio, con Juventus. Il secondo patto riguardava il patrimonio di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli e madre di Margherita, deceduta nel 2019 all'età di 91 anni. Marella trasferì le proprie quote nella Dicembre a tre dei suoi nipoti, John, il fratello Lapo e la sorella Ginevra, i figli di Margherita avuti dal suo primo matrimonio, quello col giornalista Alain Elkann. Gli avvocati torinesi di Margherita sostengono che i “patti di Ginevra” dovrebbero essere dichiarati nulli perché fondati sul presupposto, da essi contestato, che Marella fosse residente in Svizzera. La legge italiana vieta infatti tali patti successori.

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