“La lunga notte”, la miniserie di Rai1 sulla caduta del Duce con Alessio Boni e Martina Stella: cast, trama, dove è girata quanto dura

Lunedì 29 Gennaio 2024, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:59 | 2 Minuti di Lettura

La trama

La notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 si svolse l’ultima riunione del Gran Consiglio, organo supremo presieduto da Benito Mussolini (Duccio Camerini), che sancì la fine del regime fascista. La serie, La lunga notte, narra le tre settimane che condussero a quel momento fatale. Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia, il 19 luglio gli aerei americani bombardano Roma. Hitler è scontento dell’alleanza con un’Italia incapace di fermare l’avanzata delle truppe nemiche e mortifica il Duce accusandolo di non saper punire i traditori, intendendo per traditori anche il Re e l’esercito. In questo terremoto di incertezza, Dino Grandi (Alessio Boni), Presidente della Camera dei fasci, è l’uomo che intuisce che il baratro è vicino, che bisogna destituire Mussolini in maniera legittima, convocando il Gran Consiglio, per poi rimettere il Paese nelle mani della famiglia Reale, riallacciando i rapporti con l’Inghilterra e il Vaticano. Il Re Vittorio Emanuele III (Luigi Diberti) non prende una posizione e cerca di mantenere il potere mentre la principessa Maria Josè (Aurora Ruffino) trama con il Vaticano e gli Inglesi per rimuovere Mussolini allo scopo di liberare l’Italia dalla morsa delle dittatura ma anche per vedere suo marito Umberto di Savoia (Flavio Parenti), figlio del regnante, ascendere al trono. Edda Ciano (Lucrezia Guidone), figlia di Mussolini, è combattuta tra l’amore intenso per il padre e quello per il marito Galeazzo (Marco Foschi) desideroso di prenderne il posto. E poi ci sono le due donne del Duce, la moglie Rachele e l’amante Claretta Petacci (Martina Stella), entrambe preoccupate per l’esito tragico che comincia a profilarsi, entrambe valide strateghe e consigliere, che in questo frangente rimangono inascoltate. La paura e l’ambizione al potere sono i protagonisti di questo passaggio d’epoca. Agguati, pestaggi, omicidi, alleanze segrete, imboscate, tradimenti, inganni sembrano non risparmiare nessuno. E quando finalmente la notte del 24 luglio Mussolini convoca il Gran Consiglio a Palazzo Venezia, la trama segreta è ordita. Dino Grandi si reca all’incontro con due bombe a mano nelle tasche. È pronto a tutto. È difficile reggere la sicumera di Mussolini che millanta forze armate e unità del Paese mentre gli altri gerarchi urlano “al traditore”. Ma Grandi non trema e porta avanti il suo piano.

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